Correva l'anno 1997, eravamo pubescenti studenti liceali alle prese con le prime versioni di latino, che puntualmente non riuscivamo a concludere in tempo nelle due ore assegnate, così da far incazzare a morte l'insegnante che doveva girare tra i banchi strappandoci letteralmente i fogli da sotto il braccio. Per intimorirci maggiormente quando mancavano ancora quindici minuti alla consegna iniziava ad urlare "15 minutiii, poi ritiro i fogli e vado via. Chi c'è c'è, come la barzelletta!". A forza di dirlo la nostra curiosità era salita alle stelle per questa fantomatica barzelletta, ma ogni volta che chiedevamo di raccontarcela la risposta era sempre del tipo: "quando sarete più grandi", "in separata sede", "un'altra volta".
Così sono passati gli anni e io quella barzelletta non l'ho mai saputa perchè nessun altro che conoscessi me l'ha mai raccontata e all'epoca non c'era tutta questa abbondanza di risultati su Google per documentarsi. Chi era avanti al limite le ricerche le faceva su Encarta, gli altri ricopiavano a mano i volumi Utet. Ancora oggi mi viene da dirlo come un pappagallo: ogni volta che esclamo "chi c'è c'è", aggiungo senza conoscerne la ragione "... come la barzelletta". Almeno fino a ieri.
A ventisei anni suonati, ieri, nell'ultimo posto dove avrei mai immaginato succedesse, ho finalmente ascoltato per puro caso la barzelletta del chi-c'è-c'è. Non dalla mia insegnante di lettere ovviamente, ma da una bella ragazza brasiliana che di mestiere fa la cantante, così che non pensiate male quando leggerete la barzelletta.
Vista l'eccezionalità dell'evento, casomai qualche altro amico o amica del liceo si ricordi di questa storiella, questo post è per voi, ovunque voi siate finiti. Dopo anni di attesa, eccola qui:
Lui e lei sono fidanzati da poco e iniziano a mettere da subito in chiaro le cose come stanno. Il ragazzo ha le sue esigenze settimanali:
"Vedi cara, a me fa piacere se ci vediamo ogni sera, però devi venirmi incontro. Ho le mie abitudini che vorrei mantenere!
Il lunedì di solito dopo cena vado al cinema e quindi non riusciamo a vederci. Il martedì ho il calcetto e tra una cosa e l'altra torno tardi. Il mercoledì di solito è a casa mio fratello e viene a cena da me: sai è sempre solo così ci facciam due chiacchiere! Il giovedì mi piacerebbe ma come tu ben sai mia madre è molto malata e quindi la vado a trovare così le faccio compagnia. Il venerdì è la serata amici, andiamo in pizzeria e poi andiamo a ballare. Il sabato alla fine è l'unico giorno che ho per tirare un po' il fiato e riposarmi della settimana e quindi vado un po' in campagna perchè mi piace rilassarmi e stare un po' da solo. La domenica vorrei davvero, ma ci sono le partite e sai che sono un gran tifoso e non posso perderle.""No ma ti capisco, certo - dice lei - d'altronde ognuno ha le sue esigenze, hai fatto bene a dirmele. Anche io ho le mie infatti."
"Bene! - si congratula lui - e quali sono?"
"La sera alle 21 qui si scopa. Chi c'è c'è."
La storiella è tutto sommato carina, e forse ce la meritavamo pure a quindici anni.
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