Tremendamente belli. O tremendamente tristi. Felici, o incompresi. Intelligenti, o molto stupidi. Particolarmente brillanti, o teneramente ritardati. Sottilmente citazionisti, o vagamente approssimativi.
Siamo tutto e il contrario di tutto, nei nostri blog, nei nostri tumblr, nei nostri profili di facebook e twitter. Vite recitate a colpi di status, ovazioni a colpi di 'mi piace', affetto snocciolato tramite commenti o reblog.
Siamo quasi tutto, ecco. Così la baracca sta in piedi, lo spettacolo funziona. Una specie di tacito accordo: diamo il meglio e il peggio di noi, mai il "medio". La parte più umana di noi stessi, quella da 'paese reale'.
Non mi ricordo l'ultima volta che ho letto su uno dei nostri profili di quanto siamo stati stronzi. Eppure stronzi lo siamo, spesso. Non felici, non tristi: stronzi, che è ben diverso. O cattivi: non feroci e nemmeno inutili. Cattivi. Sottili sfumature.
Da bravi censori omettiamo qualsiasi dettaglio che ci possa rendere uguali a quello che siamo. Lo so, lo so: nel fare questi discorsi nel 2010 si finisce per passare molto più che moralisti, paraculi, retrogradi, ingenui o retorici. Se il paese è reale, la rete è più reale del paese stesso.
E se ogni tanto, tanto per rendere più credibile la parte migliore di noi stessi, tra un rimpianto, un ricordo e una dimostrazione di quanto siamo sfaccettati e così "liberi", ammettessimo quanto siamo mediocri?
Comincio io: oggi ho mentito, abbastanza spudoratemente e con mezzi da dodicenne, per ottenere soltanto qualche giorno di libertà.
(Se vi viene in mente qualcosa che non merita di finire nei vostri status o nelle vostre dashboard, scrivetela pure qui sotto)
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