Venezia è una citta dove di notte ci dormono i veneziani, di giorno ci vivono i turisti. Quando ci sono i turisti è difficile incontrare i veneziani, perchè in confronto sono pochi, ma ci sono lo stesso e si possono riconoscere da alcuni semplici segni:
1) sono quelli che imboccano le calli più strette, e girano con disinvoltura sapendo perfettamente dove andare senza una mappa in mano
2) hanno un trolley con cui sono andati a fare la spesa
3) bestemmiano perchè non si gira dai troppi turisti
Poi ci sono alcune categorie tipiche che a Venezia oltre che a viverci ci lavorano, tanto, e fanno talmente tanti soldi, o schei, che finiscono per copiarsi ed uniformarsi tra di essi fino a essere indistinguibili. Essi sono:
1) i gondolieri, o popi; sono quelli che vestono magliette a righe e cappello di paglia, che sanno stare in equilibrio sulla gondola mentre cantano e spennano i turisti per un giro di 10 minuti facendoli sentire re, di solito molto abbronzati, non i turisti, i gondolieri, si riconoscono perchè cantano sovente "O sole mio" o altri brani tipicamente non di estrazione veneziana;
2) i tassisti, che guidano i motoscafi e vestono firmati, tirano coca, e sono ricoperti di gioielli per far vedere che hanno tanti contanti in tasca e non pagano il fisco, di solito molto molto abbronzati, i tassisti, non i contanti, si riconoscono perchè si salutano tra di loro chiamandosi "'more", che sta per amore, ma sotto sotto si insultano e a volte si accoltellano, non in senso figurato, in senso di coltelli nella pancia, ospedali e funerali e quando arrivano i turisti americani gli danno pure la mancia perchè cento euro gli paiono pochi per venti minuti in barca;
3) i ristoratori, che gestiscono locali dove si mangiano (male) cose tipicamente italiane ma non veneziane come la pizza, la lasagna o gli spaghetti alla bolognese e spennano i turisti che però sono contenti di essere in italia e mangiare queste cose italiane in una città da cartolina come questa e magari c'è pure il tipo con la chitarra come a roma, tanto tutta l'italia è paese;
4) gli uomini con il carretto, che portano oggetti, pacchi, rifornimenti, alimentari e cose, su e giu' dai ponti con l'ausilio di due ruote, son quelli che per strada urlano "attenzione, attenzione" per far spostare la gente, poi la gente non si sposta perchè non capiscono l'italiano e allora passano alle bestemmie, ma in quel caso ricadono nel punto 3 del primo paragrafo.
5) pakistani con le rose, veneziani acquisiti, ma quelli ci sono dappertutto e poi molti la sera vanno a dormire in terraferma quindi non vale.
Ci sono infine altre due categorie di veneziani, che non lavorano perchè sono troppo giovani o troppo vecchi. Sono i giovani e i vecchi.
I giovani, da queste parti detti "fioi", sono quelli che giocano nelle piazzette, da queste parti dette "campi", dove magari su due tre lati su quattro non c'è l'acqua e non ti cade sempre il pallone dentro costringendoti a comprarne un altro o a chiedere ad un gondoliere di ridartelo. Tuffarsi a riprenderlo sarebbe da escludere, ma non sempre i fioi sono così accorti da fare quello che le madri vorrebbero. I fioi si riconoscono perchè quando arrivano a diciott'anni, a differenza dei loro coetanei terricoli, di prendere la patente non gliene può fregare di meno, ma hanno già da qualche anno un barchino per andare in camporella (da queste parti "baccan") con la morosa.
I vecchi invece sono persone per bene che hanno passato la loro esistenza in isola e mai la lascerebbero per andare a vivere a Mestre in qualche grigio e triste palazzo. Il fatto che vivano ancora a Venezia garantisce che abbiano una ottima pensione, o una casa di proprietà da alcune generazioni, sempre che non appartengano direttamente a qualche famiglia aristocratica. Il veneziano anziano è insomma solitamente ricco, cosa che gli permette di tirare la carretta nonostante la vita carissima di questa città. In ogni caso si epifanizza in uno dei seguenti modi:
- uomo, polo di marca con colletto in su, abbronzatura esagerata con pelle raggrinzita da troppi giorni davanti alla capanna al Lido, capello impomatato di brillantina, codino, baffi, borsello, mocassino leggero. Vive nei bacari, che non sono quelli della polvere, ma sono i baretti veneziani dove si bevono le ombrette, che non sono quelle zone piccole dove non c'è luce, ma i bicchierini di vino rosso, che ai vecchi del posto piacciono tanto e vanno giù che è un piacere insieme a qualche cicchetto con il baccalà o l'acciuga.
- donna, con il suddetto trolley per la spesa se in versione massaia popolare, o con borsetta firmata se alta borghesia, trucco vistoso, capello cotonato e abbronzatura da lampada o sovraesposizione al Lido con capanna in affitto da maggio a ottobre. Si schifa in vaporetto per i turisti che affollano e portano germi, si indigna del barbone, del venditore di rose, ha paura dei ladri e dei malviventi in una città che ne è praticamente priva, condivide le idee della Lega ma poi vota PD, elargisce mance e regali copiosi ai nipoti, unica vera gioia. Si lamenta di continuo della sua città, di come è diventata rispetto ai suoi tempi.
Esce a piedi (che altro può fare a Venezia?), si reca al mercato del pesce di Rialto, dove conosce la bancarella giusta che ha il pesce migliore.
Non è facile riconoscere i veneziani quando girate per Venezia, ma se siete arrivati in fondo a questa amena lettura agostana, forse ora ne saprete di più e saprete a chi chiedere informazioni la prossima volta che cercate Calle del Tintor. Se la risposta sarà "ta morti", bravi! Avete senz'altro individuato un vero veneziano.
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