La straordinaria tempestività con cui un membro del Governo Monti, il sottosegretario Malinconico, si è dimesso a poche ore dallo scoppio di uno scandalo che lo riguarda ci fa applaudire un gesto che altresì dovremmo guardare con sdegno per il reato che in verità lo ha causato. Non siamo più abituati al buon senso, alla politica fatta di persone che sono capaci di fare un passo indietro quando è necessario, che non urlano, non vanno ai talk show sguaiati in televisione. Cose che in molti altri paesi europei sono la prassi minima dello stare in politica. I nuovi ministri hanno un rigore estraneo ai costumi soliti dell'italietta, sono colti e preparati, hanno brillanti carriere alle spalle e punti di eccellenza nelle loro competenze, tutto un altro mondo rispetto quanto ci aveva abituato la politica italiana degli ultimi vent'anni. Da tempo sostenevo la necessità di un esecutivo tecnico che fermasse la palla per un po' di tempo e si prendesse cura del paese malato facendo tacere la rissa continua di dichiarazioni da tiggì a chi offende di più. Confesso che trovo tutto questo bellissimo.
Mi piace l'austerità di Monti, il suo humour british e posato, lo stile asciutto e serio del ministro del lavoro Fornero e il look tatcheriano di quello dell'Interno Cancellieri. Niente veline, niente giovanotti arroganti servi del potente di turno (ricordate Capezzone spuntare all'ora dei pasti?), niente barzellette, mortadelle in parlamento, cartelli, schiamazzi. Eppure questa gente è ancora tutta al suo posto in parlamento se non che - deo gratias - non la dobbiamo ascoltare tutti i santi giorni. Sarà davvero interessante vedere come l'Italia riuscirà a superare la fase Monti di lacrime e tasse, come potrà accantonare un domani tutto questo per tornare alle urne e votare di nuovo una delle solite facce della Seconda Repubblica tornando al vecchio modo populistico di fare politica. Sarà come aver fatto la dieta per un periodo e ritrovarsi costretti poi a dover mangiare al ristorante tutti i giorni piatti grassi e succulenti. Avremo lo stomaco chiuso da mesi di privazioni e non avremo più voglia di vedere ancora i politici da Vespa, a litigare al telegiornale, ad occuparsi le poltrone, a fare a cazzotti in parlamento e a fare i propri comodi in attesa del vitalizio d'oro. Ed è un vizio dell'intera classe dirigente italiana che oggi siede in Parlamento.
Forse per ripartire dopo Monti un domani, servirà azzerarla del tutto proponendo facce nuove, ma è noto che in Italia questo meccanismo non è mai avvenuto e per nostra natura mai avverrà. Tanto meglio allora avere al governo dei tecnici, esperti nei loro campi in grado di governare ed amministrare il Paese con serietà e non per proprio tornaconto. A chi affidereste il ministero della Difesa se non ad un esperto militare? A chi quello della giustizia se non ad un magistrato? Da chi preferite farvi tagliare il prosciutto: dal macellaio o dal benzinaio? I denti ve li cura un amico architetto o un dentista? Ad ognuno il suo mestiere. Io al primato della politica non ho mai creduto tanto.
0 Responses to “Quella sensazione di normalità in politica”