Per motivi che non mi risultano chiari, io non mi ritengo una persona virtuosa. Tutt'altro. Io non sono una persona virtuosa: se fossi virtuoso, mi comporterei diversamente in un sacco di circostanze.
Invece ho tutto dell'uomo non virtuoso: inclinazione al tradimento, passione sfrenata per la bugia, cinismo. In più dico molte parolacce, ogni giorno che passa parlo sempre più in romanaccio, e sono invidiosissimo. Sono invidioso a morte dei successi degli altri: si potrebbe dire che io, semplicemente, non riesca a concepire l'idea di un successo che non sia il mio. Conoscenti, sconosciuti o amici: nella quasi totalità dei casi, davanti al successo di uno, mi giro dall'altra parte, come minimo, molto più spesso faccio finta di niente e poi ne sparlo rigorosamente alle spalle. Quando si tratta dei cari amici, allora il sentimento d'odio riesce a scemare in una rispettosissima indifferenza coatta: si potrebbe dire, a una più attenta analisi, analisi che sto facendo, in effetti, proprio in questo momento, che a me, del prossimo in quanto tale non me ne frega un cazzo. Le ingiustizie mi percuotono l'anima come una frustata di un fantino sul dorso di un cavallo - mi sto mettendo nei panni del cavallo adesso - eppure giammai, di fronte a tale frustata, io-cavallo mi metterei a galoppare più velocemente. Non fa per me: l'unica reazione che riesco ad avere, concreta, tangibile, immediata, evidente è questa, questa che sta formandosi orora sotto i vostri e i miei occhi: la scrittura. È l'unica cosa che riesca a fare davanti alle ingiustizie. Scrivere. Poco virtuoso, dunque, e per giunta egoista.
Altri esempi che mi vengono in mente: prima di addormentarmi guardo insulsi programmi televisivi, oppure le pubblicità porno su Diva Futura Channel, invece di - come un virtuosissimo farebbe - mettermi a leggere libri, libri che, attenzione, eppure io mi porto a letto, alla stregua d'un impotente che serba fino all'ultimo alla bellissima donna il segreto della propria inutilità sessuale, pur di darsi un tono, pur di non perderla. Conduco con me i libri al giaciglio notturno già sapendo che non li aprirò, che preferirò la compagnia della televisione o delle foto di Cuba che ho appese davanti: mi mento da solo sapendo di mentirmi. E' questa la cifra della mia non-virtuosità: voialtri siete virtuosi? Io no, eppure ho tutta quest'alta considerazione di me stesso che mi porta un sacco di antipatie, perfino la mia.
Ammiro gli evidentemente virtuosi che mi girano intorno, ma li guardo come le zebre allo zoo: darei loro volentieri da mangiare. Queste persone incredibili che non mandano mai affanculo gli altri dalla propria macchina, che fanno sedere le vecchiette sugli autobus, che sono tanto gentili con tutti, che arricciano le labbra quando sentono parlare male degli omosessuali, dei transessuali: a me, è solo un esempio, quando è uscita fuori la polemica di Sircana con tutti che dicevano che bisognava anche pensare alla dignità dei transessuali, ché i transessuali non sono tutti prostitute (prostituti?), ecco io non potevo fare a meno di pensare che non me ne fregava niente. Non è che non me ne freghi niente dei transessuali in assoluto, però, che vi devo dire...? Ok, sentite, se questo è un post sulla non virtuosità, allora tanto vale che la dica tutta, perciò va bene, sì, effettivamente a me non me ne frega niente dei transessuali e, se devo proprio andare fino in fondo, sappiate che mi fanno anche un pochino schifo: non è che cambio marciapiede, ma insomma, poco ci manca. Non m'importa delle quota rosa, sono orgogliosamente maschilista, non m'importa del riscaldamento globale, non m'importa delle cose che invece importano alle persone virtuose.
E i blogger! Ci sono certi blogger virtuosissimi che io li invidio a morte, nel senso che proprio li eliminerei dalla faccia della terra per l'invidia che provo nei loro confronti: questi blogger che si prendono la briga di salire su aerei e treni e andare a questa cosa nuova, adesso, del Web 2.0, i BARCAMP, vanno ai BARCAMP, i blogger virtuosi, e si mettono ad elargire la propria scienza, il proprio know how a chicchessia, quando invece io, che virtuoso non sono, il mio know how me lo tengo bello stretto o, se proprio sono costretto a elargirlo, lo elargisco a pagamento, mai gratis.
Invece ai BARCAMP ci si vuole tantissimo bene e tutti si preparano delle conferenze e gli altri stanno a sentire e poi, il giorno dopo, si ringraziano a vicenda sui rispettivi blog e certuni pubblicano anche le foto su flickr, così che uno possa curiosare e scoprire quel famoso blogger che faccia ha, eccetera, però mai nessuno, dico MAI, che scriva di cosa ha parlato tal dei tali, mai, mai nessuno, vi sfido a cercare l'eroe, nessuno che sia tornato da un BARCAMP e che abbia fatto sapere qualcosa dei CONTENUTI.
Mi pongo dei limiti, va bene. Rifiuto la frode, l'omicidio, i BARCAMP, il falso in bilancio, Luciano Moggi, ma resto un non virtuoso. Ecco, se dovessi dire, io non sarò mai come Luciano Moggi: il moggismo corrisponde alle colonne d'Ercole della mia non virtuosità che, attenzione, è cosa ben diversa dall'amoralità. Un amorale può compiere qualcosa di aberrante, un non virtuoso non se ne prenderebbe neanche la briga, figuriamoci la responsabilità. Un amorale è Lele Mora, un non virtuoso è Bobo Vieri e io, se permettete, preferisco Melissa Satta a Daniele Interrante. Amorale è costringere la gente ad andare ai BARCAMP per sentire un blogger parlare: io sto a casa e i CONTENUTI ve li potete leggere comodamente seduti, mentre fate cadere molliche di pane dalle labbra. Non è virtuoso, ma è comodissimo. Volete mettere?
11 Responses to “Vi considerate persone virtuose?”