Non ci giriamo troppo intorno. La candidatura di Walter Veltroni alla segreteria del nascente Partito Democratico è l'unica soluzione per rilanciare un progetto che stava morendo prima di vedere la luce. "Questo non è tempo di sogni, che non sono sufficienti: bisogna portare anche le risposte". Così il sindaco di Roma ieri ha anticipato il senso del discorso con cui oggi pomeriggio a Torino scioglierà la riserva. Potrà non piacere a molti Veltroni per via del suo cosiddetto buonismo, potrà suscitare le ire di chi va in motorino per il centro e maledice ogni buca in cui incappa, potrà far storcere il naso a quelli che credono che i fondi si trovino per le notti bianche e non per l'emergenza abitativa. Tuttavia ci troviamo di fronte a una personalità capace di unire anche le posizioni più diverse in nome della buona politica e del fare.
Il fare. Voglio insistere su questo punto perché a mio avviso è quello in cui la sinistra ha maggiormente peccato negli ultimi anni, troppo spesso prigioniera di ideologie fuori dal tempo o, peggio ancora, immobilizzata dai rapporti compromettenti con i poteri forti. Meglio non scontentare questo, meglio non scontentare quell'altro e intanto il consenso se ne andava. Veltroni è un politico che fa le cose. Questo è incontestabile. Vi racconto la sua giornata di lunedì: è stato a Corviale per l'inaugurazione di un nuovo campo da rugby, poi a Ostia per la presentazione del nuovo trenino Roma-Lido, ricco di tantissimi servizi. E non pensate che questa sia una veltronata, perché quella tratta ogni giorno è attraversata da oltre 160 mila pendolari. Poi, dopo essere stato a Torino ha fatto un salto a Bucarest per parlare dei Rom. Attenzione per parlare delle soluzioni al problema Rom, non per dire: "I rom sono un problema". Veltroni avrà sì rapporti con i cosiddetti palazzinari, considerati dai più (e anche da me) i padroni di Roma. Ma Uolter dai padroni di Roma, in cambio del piano regolatore, si sta facendo costruire tutto il Raccordo a tre corsie. Uolter ha concluso il sottopasso che unisce la Pineta Sacchetti all'Olimpico, Uolter ha demolito i ponti del Laurentino 38, Uolter ha intensificato la lotta agli insediamenti abusivi (dall'inizio dell'anno sono stati sgomberati quasi dieci campi).
Il decisionismo di Veltroni è la qualità che maggiormente apprezzo in lui. Ma torniamo un momento alla visita a Bucarest: i punti d'intesa raggiunti sono a mio avviso innovativi ed eccezionali. Ne cito giusto qualcuno: polizia rumena in appoggio ai vigili urbani per la sorveglianza dei campi rom presenti a Roma, incentivi per gli imprenditori italiani che investono in Romania affinché assumano gli emigranti rom e rumeni per favorire un loro rientro, e poi - magari questa sì una veltronata - una serie di iniziative per favorire lo scambio culturale tra i due paesi, con mostre, concerti e visite guidate.
Uolter sta costruendo la Metro C, Uolter ha intrapreso una battaglia contro la corporazione dei tassisti per migliorare il servizio da offrire ai cittadini, Uolter ha dato vita alla miglior Roma Estate che si sia mai vista negli ultimi 30 anni, Uolter ha scippato a Venezia la leadership nel settore del Cinema. Veltronate, direte voi. Impresa, dico io. Roma ha un pil di tre volte superiore a quello della media del Paese e il turismo nel 2006 ha avuto un incremento del 27%. Dire che Roma non sia migliorata rispetto al 2001 è dire il falso. Certo, restano i problemi di una metropoli che ormai non riesce più a sostenere il numero di persone che la vivono tutti i giorni. Esiste un'emergenza sociale ben più grave di quella che sembra (in tal senso sono eloquenti le esperienze della Caritas e della Comunità di Sant'Egidio), c'è un problema enorme legato alle case, manca una politica degli affitti e un'edilizia popolare. Ma questi sono problemi nazionali, dove un Comune, senza l'aiuto del Governo non può intervenire. Uolter ha introdotto i Buoni Casa per le famiglie che non riescono a pagare l'affitto, Uolter cerca e ha cercato la riappacificazione politica tra destra e sinistra (e quando bruciano la lapide di Verbano vorrei dirgliene quattro al compagno Uolter).
Ma torniamo al PD. Sarà lui il segretario, sarà lui il leader di una coalizione sgangherata senza capo né coda. Ma Uolter ha la mia fiducia e sono convinto che riuscirà a dare una sterzata al Paese. Anzi, credo che la sua candidatura rilancerà anche la riorganizzazione dell'ala sinistra dell'Unione. Un'occasione così non possiamo farcela scappare. Modello Roma sia. Vai Uolter, uomo del fare.
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