Nella nostra città il numero di incidenti stradali è impressionante. Comprare il giornale al mattino, leggere gli strilloni fuori dalle edicole è uno strazio continuo. Complice la nebbia, le strade lunghe e diritte alberate non passa giorno che non si leggano di schianti mortali. E se vivi qui da 22 anni sai che prima o poi, toccherà anche a te leggere di qualche amico che lungo queste strade ci ha lasciato le penne. Sai che succederà ma non vuoi pensarci, speri di essere davvero fortunato a conoscere tanta gente che è sempre lì al tuo fianco a sorridere e a scherzare.
Così capita di alzarti una mattina di settembre e trovare un sms freddo e lapidario come si usa oggi, nel duemilacinque. Si è schiantato proprio ad un passo da casa tua, mentre dormivi beato senza pensare a niente. Un attimo e non c'era già più, massacrato da una curva alle quattro del mattino, la stessa curva che avrai percorso migiaia di volte, è il tuo quartiere questo no? E chi la consola la madre ora, quando il marito è in casa di cura su una sedia a rotelle da più di vent'anni e l'altro figlio è scappato di casa appena ha saputo la notizia questa notte? Chi lo dirà agli amici che se non gli avessero telefonato nel cuore della notte non sarebbe uscito andando incontro alla morte? I soliti se e ma. Inutili e stupidi. I soliti pianti, i mazzi di fiori ordinati lungo le scale d'ingresso di casa, le impietose burocrazie.
E' un pugno allo stomaco quella pagina di giornale che oggi colpisce anche te e sembra una delle tante, una normale prima pagina quotidiana di cronaca. Ma che ha un peso ben diverso per chi gli voleva bene, per i suoi cari e i tanti amici che sono sicuro aveva nonostante da diversi anni ci fossimo persi di vista. E vaffanculo quanto dev'essere triste che 23 anni di vita si riducano alle solite righe di un giornale locale che ti etichettano con poche frasi cercando di ricostruire chi sei. Un altro ancora è andato a mordere la polvere. E via, la vita va avanti come sempre è stato e sempre sarà. Buon viaggio, D.
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