"Sono comunque molto sereno perchè sono innocente ed è importante quello che pensano i miei giocatori. Loro sanno che non è successo niente. Tutto quello che viene fatto alla Juventus avviene nell'ambito della piena liceità"
E' comunque molto sereno, Riccardo Agricola, medico sociale delle zebre bianconere, nonostante l'abbiano condannato, nonostante un giudice abbia sancito che sì, la società di calcio Juventus F.C. utilizzava farmaci in modo scorretto, abusandone, in maniera sistematica. Ovvero, si dopavano. E' comunque molto sereno perchè magari in appello i suoi avvocati riusciranno a cancellargli pure quell'annetto che in teoria dovrebbe fare in carcere. Di questo processo alla società più odiata (e amata) d'Italia, potrei sbilanciarmi, facendo leva sul mio Interismo e strappandomi le vesti. Ma un fatto mi inquieta, in un mondo del calcio omertoso (di questo processo lungo tre anni mi ricorderò le facce vuote e spaurite di calciatori gladiatori in campo, e balbettanti di fronte a un giudice) dove di solito esistono tante pecore nere, e praticamente nessuna pecora bianca: soltanto un pubblico ministero di Torino, smanioso di flash di fotografi, forse, ha avuto la faccia tosta di scoperchiare cartelle cliniche e aprire armadietti. E l'ha fatto su una sola squadra. Se lo facessero altri pubblici ministeri di altre città, su tutto il resto delle squadre, magari anche la mia Beneamata, salterebbe fuori qualcosa? Per questa inquietudine, finora senza risposta, non mi straccio le vesti, e attendo che sia l'Uefa, la Fifa o chi di dovere, a stabilire se i trofei juventini di quel periodo vadano ritirati. O vogliamo ingenuamente pensare che la Juve sia il Male oscuro (ok, io lo penso, ma sono interista) e gli altri poveri fessi che non si dopavano e perciò non vincevano?
(nella foto, un tifoso juventino)
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