Anche se le «misure medie» dimostrano che è infondato, il 23% degli uomini della penisola si ritiene insoddisfatto delle dimensioni del pene in realtà senza averne motivo: le misure sono regolari e il problema è soprattutto psicologico.
La regolarità delle misure del pene le stabilisce un organizzazione apposita, l'International Board on Sexual Attributes, presieduta dal 1926 da Oswald Ngieremi Mbuto, un nano nigeriano. Non che la cosa torni a nostro vantaggio, ovviamente.
La Sia (Società italiana di andrologia) ha anche preso le misure agli italiani, conducendo il primo studio antropometrico dei genitali maschili. Questo spiega la processione incessante di donne col sexy-costume da infermiera venute a casa mia implorandomi di farglielo vedere. Almeno io credevo fosse un sexy-costume.
Ho optato per un atteggiamento di compassata indifferenza, sfoderando sorrisi di chi, a queste cose, ci è fin troppo abituato. Poi è arrivato l'energumeno travestito da andrologo-wrestler.
Lo studio ha coinvolto 2.392 uomini. 2.391 soggetti del campione non hanno opposto alcuna resistenza. Uno è stato bloccato e vinto grazie alla mossa del cobra volante durante il sesto round. Piero Angela non ha mai parlato di cobra volanti di 140 chili.
«La lunghezza media del pene a riposo - spiega Edoardo Pescatori, responsabile del servizio di andrologia dell'Hesperia Hospital di Modena - è risultata di 13,5 cm tra i 20 e i 49 anni e la circonferenza media pari a 9,3 cm tra i 20 e i 29 anni. Queste misure tendono ad accorciarsi con l'età e in presenza di patologie che mettono a rischio la funzione sessuale, come diabete, ipertensione, cardiopatia ischemica, colesterolo alto».
Io invece sono sano come un pesce. Dovrò sforzarmi di ricordare il giorno in cui uno scienziato pazzo mi ha colpito tra le gambe col suo raggio rimpicciolitore.
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