Mi capita ogni tanto di bazzicare per i templi dell'ottimismo, eppure non ci avevo mai fatto caso finora. E' stato il cavallo pazzo dei blog a farmelo notare, a farmi precipitare all'improvviso nell'era moderna della tecnologia, cromaticamente parlando. Così come non esistono più i pc beige, color panna (un colore che oggi ci appare stomachevole, triste, impiegatizio, da regime sovietico, e invece, ragazzi miei, un tempo era la norma...) ma splendidi tower dall'accattivante blu elettrico al metallico grigio cool, anche le televisioni hanno subìto un cambio di rotta. Un tempo i televisori, i videoregistratori e i decoder, avevano il riconoscibilissimo colore nero, in varie tonalità ma in ogni caso nero era. Il colore della tecnologia era una plastica scura, e faceva pendant con gli anni Novanta. Oggi apro gli occhi sulle pareti ricoperte di tv e vedo basìto una moltitudine di tubi catodici rivestiti di grigio. Tutti quanti, nessuno escluso. Cosa significa tutto ciò? E' la nuova tendenza, mi spiegano: il grigio è sinonimo di tecnologia, ispira modernità e alta fedeltà, elettronicamente parlando. E tanti saluti al caldo e rassicurante nero. Immagino ci siano ricerche di mercato dietro queste svolte epocali, insignificanti e instillate sul mercato silenziosamente, senza dare nell'occhio, fino a quando te ne accorgi e ti riagganci col presente: un presente grigio, fra l'altro, proprio come i televisori e i divudì. Gianni, accidenti a te.
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