Il nostro monitor, nel visualizzarne il layout distampa, ha un bel rappresentare le pagine che scriviamo in Word fino a fingere,sulla destra, un’ombreggiatura, espressa quale ultimo desiderio naturalisticodi una sua vita precedente ormai digitalizzata. Da quando questo foglio senzamacchia - pur di sfuggire agli inchiostri e alle orecchie ha abdicato, insiemealle gualciture, alle cancellazioni e agli scarabocchi (gerghi di cui proviamovergogna se non siamo più, dietro le quinte della scrittura, fra le impalcaturedella brutta copia), alla sua stessa realtà - ha conosciuto la riduzione aicona, le vergogne dello zoom, la perdizione del copia/incolla, colpito nelsegno da un plotone di click, pure, del suo significato non può decidere che uncollegamento ipertestuale.
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