L'anno scorso una mail urgente arrivò nella mia casella di posta elettronica:
"Un volontario ha mangiato per trenta giorni di seguito nei punti di ristorazione McDonald's. Una dieta di pochi giorni a base di Chicken McNuggets, Mc Menu e Milk Shake è pericolosa per la salute. Morgan Spurlock, un newyorkese di 33 anni in buona salute, per un mese ha consumato tutti i suoi pasti da McDonald’s. A forza di cheeseburgers, patatine fritte e frappè al cioccolato, il suo peso ha cominciato a lievitare. Ma la ciccia in più si è rivelata il minore dei suoi problemi. Dopo pochi giorni dall’inizio della Mc-dieta, Spurlock ha cominciato ad avvertire un malessere generale, tanto che una mattina ha vomitato dal finestrino della sua auto. Il medico di base che poco dopo l’ha visitato è rimasto sorpreso nel veder mutate così velocemente le condizioni di salute di un paziente che fino a poco tempo prima era in perfetta forma: il fegato presentava segni di tossicità, il colesterolo superava i livelli massimi, la libido era terribilmente calata e un mal di testa continuo si accompagnava ad un umore depresso."
Ora il documentario (candidato agli Oscar e vincitore del Sundance festival) arriva in Italia anticipando di poche settimane il libro ('Non mangiate questo libro', Fandango Libri editore) e accende il dibattito. Fa male o no mangiare nei fastfood? [*]
Il film si basa sulle interviste di Morgan Spurlock ai maggiori esperti del problema in 20 città americane tra cui Houston, la "città più grassa" d'America. La macchina da presa di Spurlock ferma il proprio obiettivo sui Direttori Generali della Sanità sugli insegnanti di ginnastica, sui cuochi, sui legislatori. I confini dell’indagine si allargano ad oltranza per far luce su un problema che sta diventando “debordante”. [*]
Io non sono pro Mc Donald, però questo documentario parte da un presupposto sbagliato: quale persona frequentatrice di Mc Donald mangia colazione pranzo e cena in un fast food? Quanto tempo ci mette una persona normale, mettiamo che vada al Mc 2 volte la settimana ad ingurgitare quello che Morgan Spurlok ha mangiato in un mese pasteggiando nel fast food 3 volte al giorno? Un ottimo documentario, indubbiamente da vedere, che però, come il Don Ferrante manzoniano, fa ragionamenti giusti partendo da un presupposto sbagliato.
0 Responses to “Supersize Me, un documentario dai presupposti sbagliati”