La storia è semplice.
Un giornale, all'epoca diretto da Vittorio Feltri, pubblica il nome di un senatore dei Ds, Gerardo Chiaromonte, tra quelli presenti nel famoso Dossier Mitrokhin, il celebre documento del Kgb con la lista dei collaboratori dell'Unione Sovietica in Italia durante la guerra fredda.
Il senatore Chiaromonte non ci sta e denuncia Feltri per diffamazione.
Oggi finalmente, dopo 7 anni e il funerale del senatore, arriva la sentenza: 18 mesi di carcere per il direttore "intelligente", ora passato a Libero.
Scatta la protesta, Silvio in persona con tutta Forza Italia si schiera al fianco del Feltrino del centrodestra: "Resto sconcertato di fronte alla notizia che un giornalista del calibro e con la storia professionale di Vittorio Feltri venga condannato, per di più ad una pena assolutamente straordinaria, un anno e mezzo di reclusione, per un reato di opinione".
Vittorio lancia la sfida con tanto di titolone in prima pagina ("Feltri condannato alla galera") e dichiarazione rilasciata alle agenzie: "Un anno e mezzo di galera per una querela sulla lista Mitrokhin, colpa di una legge che non è stata cambiata".
Quanto male hanno fatto a questo paese per riuscire a far diventare la pubblicazione di una notizia falsa e diffamatoria "un'opinione" e la condanna che la punisce più che legittimamente "colpa della legge"?
Sarò perentorio: bisogna fermarli.
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