La triste realtà delle molestie

Domenica scorsa ero in battello.
Ad un certo punto ho sentito qualcuno che si strusciava palesemente su di me, sulle mie gambe, mi sono sentita nauseata. Poi mi sono voltata, e c'era un uomo di mezza età, con l'uccello in mano, appoggiato a me, ai miei vestiti, alla mia giacca. Confuso nella ressa.
L'ho afferrato per il polso e mi sono messa ad urlare, schifata, nauseata, attirando subito l'attenzione del marinaio e della gente. Ho preteso d'arrivare in stazione, di denunciarlo, di perdere due ore del mio tempo ed un numero imprecisato di treni in una situazione che già per me non era facile.
Mi hanno scoraggiata in tutti i modi, mi han detto che in fondo non avevo visto nulla di così straordinario e che non c'era il tentativo di violenza, quanto più che altro una blanda molestia. Ho vomitato da sola, col buio, nella stazione di Rovigo, spersa, tra le lacrime, per la doppia umiliazione. Come se chiunque avesse il diritto di farsi una sega su di me, come se la cosa non fosse grave.
Poi sono tornata a casa e ho letto questo.
Non c'è più rispetto per le umiliazioni. Non più.

11 Responses to “La triste realtà delle molestie”


cribbio
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(La Gazzetta dello Sport)

Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
(Il Giornale)

Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
(La Nuova Ferrara)

Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

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Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
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Indovinello
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