My fairy king - Dal primo album omonimo dei Queen, nel 1973, lascia spazio al piano di Freddie e al repertorio favolistico e sognante tipico della sua scrittura dell'epoca. Cori, orchestra, e i primi accenni delle sonorità che hanno portato poco tempo dopo alla gigantesca Bohemian Rhapsody.
Nevermore - Da Queen II, una ballata struggente d'amore, breve ed intensa, che ben mette in luce le doti canore di Mercury. Quando tornerà il mio amore? Mai più.
In the lap of the gods (revisited) - La versione live di Wembley con lo stadio che canta il ritornello è uno dei momenti più intensi di quell'ultimo storico live della band londinese. Con lo stesso titolo esiste un brano completamente diverso sullo stesso disco (Sheer Heart Attack), da non confondere con la versione rivista divenuta assai più celebre. Cori così se li sogna Vasco Rossi.
Seaside rendezvous - Da "A night at the Opera", forse l'album più bello di sempre, un divertissement romantico e old fashioned a suon di tip tap dove il genio creativo di Freddie attinge dai clichè di un'epoca alla quale ha spesso reso omaggio con soluzioni vocali e musicali curiosissime ed originali. I fiati e il kazoo sono imitati con la voce, il tempo è dato da ditali che sbattono su un asse di legno. Adorabile.
Love of my life - Ad un certo punto i Queen si accorsero che questo pezzo non particolarmente celebrato inizialmente, era diventato un inno per una generazione di romantici. In particolare in Sudamerica rimane uno dei pezzi della band più conosciuti ed amati di sempre, e doveva essere inserito in scaletta ad ogni costo, ovviamente lasciando che il pubblico cantasse a squarciagola quasi l'intero brano. Anche a Wembley andò così.
The Millionaire Waltz - Un esercizio di stile di Mercury, tra falsetti e cori, un'opera delicata ed originale che forse segna il culmine del loro periodo più glam. Ad un certo punto Freddie si mette ad imitare Marlene Dietrich in una parodia dell'Angelo Azzurro ed è un po' da standing ovation.
Teo Torriatte (let us cling together) - Verso la fine degli anni '70 i Queen divennero talmente popolari in Giappone da includere svariate date nei loro tour in Sol Levante e da dover rilasciare edizioni speciali di ogni album, pratica che presto sarebbe divenuta prassi per molte band. Questo pezzo è espressamente scritto per questo popolo, e il ritornello è cantato addirittura in giapponese. Un must per ogni live degli anni a seguire per un pezzo in puro stile Queen diventato ormai un classico.
Dreamer's ball - In un album dal titolo Jazz, questo brano sembra davvero avere una sonorità simile a quelle jazz blues della New Orleans degli anni Venti. Solito stile Mercury, voce trasognante e calda, cori, liriche romantiche.
Man on the prowl - Rockabilly vecchio stile, con una spolverata di ammiccamenti e coretti tipicamente Queen, dall'album The Works del 1984. Ogni tanto Freddie sembra fare il verso a Elvis nel modo di cantare e nel finale lo strumentale di piano è bruscamente interrotto: durante le registrazioni il nastro finì prima del tempo e la band decise di tenere questa chiusura anche nell'album.
A winter's tale - Pubblicata postuma sull'album Made in Heaven, rappresenta lo stile più maturo e disilluso del Mercury malato degli ultimi tempi. Un inno alla natura e all'amore con picchi vocali incredibili, scritta dalla sua residenza a Montreaux, guardando il lago di Ginevra. E' l'ultimo brano inciso interamente da Mercury prima di morire, in un'unica sessione successiva all'uscita di Innuendo. Nonostante la magrezza e l'evidente fatica fisica di quel periodo dimostra qui una voce ancora potente e magnetica.
In my defence - Il manifesto dell'essere Freddie Mercury. Un pezzo scritto da Dave Clark, ma portato al successo in questa versione inclusa nel Freddie Mercury Album, struggente e definitiva. Che cosa dire in mia difesa? Sono solo un cantante con una canzone, come potrei correggere ciò che è sbagliato? Nel finale, l'ultima immagine di Freddie che saluta e se ne va: I still love you, dice. Come non credergli?
3 Responses to “11 pezzi che forse non conoscete di Freddie Mercury”