La parabola dell’otto marzo ha qualcosa di fenomenale. Nasce all’alba delle prime lotte di emancipazione femminile, come ricorrenza di un episodio storico (vero o presunto, di sicuro simbolico). Cresce e si alimenta nel conflitto per l’uguaglianza tra i sessi, viene issato a mo’ di vessillo da streghe e uteri autogestiti, snobbato dalla sinistra marxista perde smalto durante l’avvento del pensiero sulla differenza. Infine viene tradito e colonizzato nel modo più bieco dal marketing, oltre che dalle stesse donne che credono di meritarselo guardando i Centocelle Nightmare, con gli slip rigonfi del loro stesso cervello.
Parliamoci chiaro: qui si tratta di violazione di diritti civili e umani. Ma non verso travestiti, omosessuali, immigrati, e via dicendo. Qui si tratta di qualcosa di più sottile, di più perverso, dal momento che la differenza di genere è trasversale, e riguarda tutte le categorie oggi discriminate e costituisce quindi, una doppia discriminazione: immigrata e donna, ebrea e donna, musulmana e donna, handicappata e donna, disoccupata e donna, prigioniera di guerra e donna, povera. E donna.
Allora, 8 marzo a parte (da seppellire con una risata), qui si tratta di comprendere che è arrivato il momento di pensare in grande stile, uomini, donne e sfumature di genere: i diritti civili si conquistano, si combatte e si conquistano, attraverso la rappresentanza politica e la pressione di piazza, attraverso lo sciopero e il boicottaggio, attraverso la produzione intellettuale e la legislazione, attraverso gli spazi pubblici e quelli privati, con la scelta politica e con il rifiuto dei modelli di potere tradizionali, e poi con lacrime e sangue, come sempre, dovunque e da sempre.
Gli uomini, quelli Tradizionali, quelli pelosi e ignoranti, quelli che mollano gli sganassoni, quelli che fanno gli eterni bambini e che trattano bene la moglie l’otto marzo, gli uomini che non fanno un cazzo in casa e che “..per carità il culo a mio figlio lo pulisci tu dopo che hai cucinato..”, gli uomini che di fronte alla collega d’ufficio sorridono e poi la considerano stupida, o inefficace perchè donna, gli uomini così, tutti gli uomini così, sarà il caso di fargli togliere le mani dalla marmellata, prima o poi. O no?
State bene. Cyrano.
1 Response to “E basta con l’otto marzo!”