O meglio, mi è stato chiesto di scegliere se preferisco la certezza dell’annegamento - mia, delle persone a me vicine, della comunità in generale - o la speranza, anche solo tenue, di riuscire a mettere la testa fuori dalla merda. Non c’è una terza alternativa. Non esiste. Le scelte sono queste. Se voto, ho una pur minima speranza. Se non voto, non ce l’ho, e non ho diritto a sperare. Mi merito di annegare. Morirò, e come aggravante mi trascinerò dietro anche gli altri.
Mi è stato chiesto. Mi viene chiesto oggi. E per tutti i motivi di cui sopra, e altri, all’opinionismo e al terzismo e ai signoramia questa sinistra non si può vedere preferisco il voto.
E adesso, appunto, vado a votare.
Parole di Giulia Blasi. Sentimenti, spero, di tanti italiani.
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