Giorgio Napolitano, classe 1925, al momento della sua elezione era nell'ufficio di Palazzo Giustiniani, seduto comodo davanti alla televisione con il pallottoliere, conteggiando i voti uno ad uno seguendo la diretta dello spoglio. Al raggiungimento del quorum ha esultato brevemente, la moglie gli ha ricordato di stare calmo che gli sarebbe salita la pressione e gli ha servito un piatto di spaghetti fumante come premio. Il telefono è squillato dopo pochi minuti: era Ciampi che chiamava per congratularsi e ricordargli che nel freezer quirinalizio gli aveva lasciato congelato dell'ottimo cacciucco. Poi le telefonate di rito di alcuni esponenti politici, Fassino in primis, Prodi e persino Berlusconi (a carico del destinatario): "Sei uno sporco comunista, non credere che solo perchè sei anziano sei meglio di D'Alema. Non finisce qui! Alle consultazioni vedrai se ci presentiamo!".
Applausi tiepidi in aula da tutto il centrodestra quando Bertinotti l'ha proclamato undicesimo Presidente: qualcuno leggeva il Giornale, qualcuno era al bagno, qualche democristiano ha osato alzarsi in piedi ed applaudire, subito ripreso dal capogruppo: "Fermo che fai? Poi Silvio ti vede!". Emilio Fede, in diretta tv, ha annunciato di scappare all'estero causa imminente arrivo dei famosi cavalli cosacchi, avvistati in coda sul grande raccordo anulare. Sospesa la diretta televisiva è corso a fare le valigie insieme ai più stretti collaboratori e un paio di soubrette.
Evidente delusione anche per Giuliano Ferrara, che per soli tre voti non ha superato D'Alema nelle preferenze: domani il Foglio non sarà in edicola in segno di protesta. Unica assenza (con l'inganno) in aula al momento dell'elezione di Giorgio 'o smilzo: Vladimir Luxuria, persa nei corridoi del Transatlantico in cerca dei bagni per trasgender, i cui lavori di costruzione pare siano all'ordine del giorno come prima sentitissima esigenza di questa quindicesima legislatura.
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