Abbiamo, specialmente nel nostro Paese, un bisogno smodato di identificare le persone perbene onde distinguerle nettamente da quelle malvagie. Il vicino di casa è gentile, il garzone è un bravo ragazzo e perfino il figlio del nostro collega, il giorno che un giornalista verrà a chiederci di lui a seguito del suo arresto per spaccio, sarà dipinto nella maggioranza dei casi come "una persona a modo, squisita, ci dev'essere sicuramente uno sbaglio". Già: aiutava addirittura le vecchiette ad attraversare la strada, che il Padreterno l'abbia in gloria!
Se è il Paradiso il locus amoenus cui tendiamo con la perfezione del nostro agire, è noto che l'Inferno sia invece quello che umanamente ci appare più attraente e meno noioso, dunque siamo irrimediabilmente ed incondizionatamente più attratti dalle persone "cattive" che da quelle che ci circondano nella banale vita quotidiana. Abbiamo bisogno di creare mostri, di addossare responsabilità a qualcuno, creandoci giorno dopo giorno capri espiatori su misura per il nostro umore variabile. Saltiamo sulla sedia quando questo o quel personaggio pubblico viene colto in flagrante e scopriamo di lui particolari imbarazzanti che lo mettono in cattiva luce, eppure in fondo ne siamo contenti: guarda un po' che cosa ha combinato quel tale, pensa se capitasse a me! E dal barbiere i "l'avevo detto io che le cose stavano così" si sprecano.
Così ci sorprende, ma in fondo tutti ce lo aspettavamo, di vedere Luciano Moggi inpantanato nel caos pallonaro che tiene l'Italia intera con il fiato sospeso. Quando si scherza a lungo su una cosa un fondo di verità guarda caso lo si trova sempre: i Carabinieri sono proprio come nelle barzellette, in Inghilterra piove spesso, gli Juventini sono davvero "gobbi". Ci sorprende, ma in fondo i giornali parlavano di lui da mesi, che il "furbetto del quartierino" Ricucci sia finito in manette e che forse qualche illecito finanziario l'aveva fatto, o non si spiegavano proprio tutti quei miliardi piovuti all'improvviso dal nulla.
Ci sorprendono Lapo Elkann ricco annoiato che tira cocaina, Fiorani in carcere, Fazio che alfin si dimette, Buffon che sperpera i soldi in scommesse e rischia i mondiali. Però in cuor nostro lo immaginavamo e al bar l'abbiamo sempre sostenuto così per scherzare. Povera italietta tutta corrotta: sei davvero come ti dipingono.
Ed ora? Ora che l'illecito è comprovato e il cattivo smascherato e spinto alla pubblica gogna che facciamo? Niente di più che uno sbadiglio tra moralismi ipocriti e false scandalizzazioni, come siamo stati abituati dagli ultimi anni di rappezzamenti, spintarelle, e cerchiobottismi. Ora che le voci cattive non sono più semplici barzellette ma dura realtà quotidiana, a capo chino restiamo zitti, aspettando che nuovi politici prendano il posto dei corrotti, nuovi imprenditori risollevino le sorti delle aziende italiane, e nuovi campionati sportivi vengano organizzati senza che un briciolo di etica scenda in campo a far piazza pulita del marcio sottostante.
Perchè il popolo chiede panem et circenses e per tutto ciò sarebbe disposta al perdono totale ed incondizionato: vuole spettacolo, vuole sobbalzare sulla sedia leggendo dell'ennesimo scandalo che ha travolto l'Insospettabile. Vuole il pallone la domenica e vuole i vip sulle copertine che raccontano come si vive dietro le sbarre e di come sono usciti sani e salvi dal tunnel della droga. Vuole la sua dose di adrenalina quotidiana, la sua dose di chiacchere da vicinato, che diano un senso alla routine casa lavoro con magnifici colpi di scena in sedici noni all'ora dell'aperitivo.
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