L’umiltè

Tralasciando (volutamente) discorsi sui massimi e minimi sistemi blogghistici vi racconto cosa è successo.

Neri ha scritto un post su Macchianera (no, non uno con i wallpaper scollacciati, un post vero) nel quale accusa Beppe Grillo di aver detto durante uno spettacolo una frase di cui dovrebbe "vergognarsi". Roba seria, insomma. La frase, prasi pari pari da un libro che raccoglie i suoi monologhi (non basta il dvd: pecunia non olet pure se rischia di stravolgere il senso di quello che hai detto), è questa:

 

“Era un problema di assicurazioni [l’attacco alle torri gemelle, ndr]. Adesso dobbiamo determinare se è guerra o se è terrorismo. Perché, se è guerra, le assicurazioni non pagano. Se è terrorismo, pagano. Come l’aereo di Ustica. Finito il dolore, è un problema di premi di assicurazione. Allora, se Ustica era, come io penso, una rottura strutturale, l’assicurazione non pagava nulla. Se c’era una bomba, pagava duecento milioni, se era un missile, deve pagare un miliardo. Diventa un problema così.”

(Beppe Grillo, Tutto il Grillo che conta”, pag. 155 - ed. Feltrinelli)

Letta così fa un certo effetto, è oggettivo.

(La foto di Grillo è presa da qui)


Poi nei commenti arriva una segnalazione di un utente, il quale sostiene che si tratta di una battuta volutamente surreale (una di quelle che il buon Beppe pronuncia con i suoi tipici occhi sbarrati) che prende il punto di vista delle assicurazioni che non volendo pagare aggiungono alla tragedia subita dai familiari delle vittime la beffa di doversi difendere in tribunale per avere un risarcimento.

La spiegazione è convincente, tanto più se sostenuta riportando il reale pensiero di Grillo sulla triste vicenda di Ustica contenuto in un suo celebre aforisma (tanto celebre che lo ricordavo anche io): "”- …e al Meteo ci credete? Vi fidate ancora del Ministero dell’Aeronautica, dopo Ustica? Fessi, ecco cosa siete. Fateci caso, alla radio. C’è l’annunciatore tutto complimentoso che dice: adesso sentiamo il colonnello, buongiorno colonnello, ci dica: cielo a pecorelle o acqua a catinelle? Io gli chiederei: colonnello, me lo dici o no che tempo faceva a Ustica, il 27 giugno 1980? Com’è che voi dell’Aeronautica vedete con due giorni d’anticipo se scoppia un temporale, e dopo quindici anni non vedete che è scoppiato un missile?

Il caso sarebbe chiuso qui: c'era una cosa che letta sembrava (senza approfondirla più di tanto) decisamente fuori luogo è arrivato uno che te la contestualizza, te la spiega e te la chiarisce, ti accorgi di aver capito male e andiamo tutti a criticare Grillo per qualcosa di più serio (che ultimamente con il blog di occasioni ne offre a iosa) o meglio ancora a prenderci un gelato che l'estate sta finendo.
Invece no, Neri non ci sta e con la sua proverbiale simpatia e pacatezza replica piccato: "Spiacenti: detta anche con gli occhi strabuzzati, o come volete voi, quella è pronunciata in prima persona, non è una battuta e non potrà mai essere una battuta. Fatevene una ragione." E ancora: "Ripeto: non è un problema di tonalità. Quella frase, quale che sia la tonalità, vuol dire una sola cosa e una soltanto."

Per sommi capi Neri (come tutti, compreso Grillo) a volte scrive delle cose interessanti e acute, a volte scrive delle vaccate.

Quello che accomuna ulteriormente Neri e Grillo è che (come tutti) non riconosceranno mai di aver scritto una vaccata, nemmeno quando è evidente e solare.

D'altraparte, bisogna dirlo, specialmente quando fai il solone arringa-popolo è veramente dura ammettere di aver preso una cantonata.

4 Responses to “L’umiltè”


cribbio
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