Quando stamani ho appreso della morte di Oriana Fallaci, la prima cosa a cui ho pensato è che proprio a lei e al suo La rabbia e l'orgoglio dedicai uno dei primi post nella storia del mio blog, scritto nel lontano Marzo 2003 a pochi giorni dall'inizio della guerra in Iraq.
Ho un'opinione controversa di Oriana Fallaci. E' stata, fino all'ultimo giorno della sua vita, una scrittrice divina. Un'intervistatrice arguta e intelligente, una penna incredibilmente profonda e talentuosa. Ha scritto libri di assoluto valore letterario e sociale, quali Un uomo e Lettera a un bambino mai nato.
Poi, forse a causa dell'età, ma molto più probabilmente per colpa della malattia, ha iniziato a vedere le cose sotto una luce distorta. Da giornalista acuta e scomoda, è diventata livorosa, rancorosa, verbalmente violenta, persino razzista. Ha detto e scritto delle cose incredibilmente eversive e reazionarie, ed è stato un peccato, perchè ha lasciato che politici e giornalisti si dividessero tra l'utilizzarla come una banderuola in campagna elettorale e dipingerla come l'effige del male assoluto. Gli ultimi anni della sua vita hanno macchiato la carriera di una straordinaria giornalista.
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