... Salutami le stelle della tua città... l sole che io porto nel mio cuore... Salutami le piazze della tua città, riempile d'amore...
Lo so, non sono molto originale. Ogni Nomade che si rispetti saluta Augusto con queste parole. O, al massimo, con un
"Ricordarti in mezzo al fumo
dei falò su spiagge nostre
troppo contro per un mondo
fatto solo di rumori. "
Ma io non voglio essere originale.
Non seguo il gruppo da ormai un paio d'anni e non riesco più ad ascoltare un loro pezzo senza provare del disgusto. Perchè, per voi che magari non li ascoltate veramente, tutto può sembrare rimasto invariato. Anzi, spesso si sente qualche perfetto estraneo alla cultura nomade, pronunciare la solita sentenza: "I Nomadi senza Augusto non sono niente".
Naturalmente non è vero, essere Nomadi non è altro che una sorta di pacifica, leggera, profonda, passionale tradizione. Il Pubblico stesso è pervaso da piccoli riti, da usanze da onorare ad ogni concerto, ad ogni data.
Oggi non è più così. Non si parte più all'alba per essere alle nove del mattino davanti a un concerto. La parola "telo" non significa più nulla. Da pazzi chiedere un passaggio o ospitalità ad uno sconosciuto. E non ci si conosce più.
Anni fa, dal Salento a Trieste eravamo sempre noi.
E non importavano i soldi, nè la compagnia. Ovunque si andasse e qualunque cosa si facesse, avevamo la sicurezza di essere Insieme.
Sembra un mondo utopico...invece eravamo noi.
Oggi, non è più così. La musica è cambiata, loro sono cambiati.
Ma, si sa, si tratta semplicemente di un passaggio. Tra qualche anno, torneremo noi, gli irriducibili. Perchè i Nomadi hanno delle tappe quasi obbligate. Da quarant'anni.
Il 7 ottobre del 1992 morì Augusto Daolio. Non l'ho mai conosciuto, ma è il solo artista che mi manca. Che avrei davvero voluto incontrare.
A lavoro, questa mattina, una ragazza è venuta a mangiare da me.
Ho abbassato lo sguardo: una felpa con scritto "Nomadi" a lettere cubitali.
Le ho sorriso, lei non ha sorriso a me.
Questi piccoli gesti mi mancano...
Non posso ascoltare i Nomadi senza malinconia. Non posso non festeggiare Augusto, come ogni anno.
E la mente va....
.... E come sempre, sempre Nomadi!
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