Poi per un momento, preso dallo sconforto per una situazione che appariva ostica ed irrecuperabile, mi è parso succedere l'Impossibile. Lo Sfidante, in un impeto di foga sbagliare l'imbocco della curva e uscire rapido tra la polvere e i copertoni ordinati a bordo pista, imprecando por todos los diablos y de puta madre tambièn. E di colpo farsi chiaro nella mente di tutti cosa c'era da fare. Il Campione stava passando.
Di colpo uno ad uno i piloti davanti a lui iniziano a rallentare, come se mancasse loro la corrente e non avessero che da spegnersi lungo il circuito al passaggio del Re. Come un leone che fiero si fa largo tra la folla alla conferenza degli animali e raggiunge la prima posizione che gli spetta, come riconoscimento alla carriera, alle emozioni ed al glorioso passato che ancora brilla gli ultimi lampi di genio. Supera anche il suo compagno, primo nel circuito di casa sua come sognava da ragazzino. Così va a vincere, ma non è tanto un merito quanto un riconoscimento e un caloroso ringraziamento di un mondo intero che a lui deve tantissimo e che a lui ancora per anni dovrà rapportarsi. Sul podio, tutti i piloti stretti in un abbraccio collettivo portano in trionfo il freddo tedesco che alza al cielo le mani prima di saltellare durante l'Inno di Mameli e profumarsi di Moet et Chandon.
Così pensavo mentre vedevo per l'ultima volta una (ormai) Leggenda volare dall'ultimo al quarto posto con gli occhi lucidi e il cappello in mano. Danke Schumi.
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