Nella mia folle corsa a/r tra Bologna e Roma per recuperare il passaporto sono capitato sull' Euronight 286 "Capri" per Monaco.
Solito carro bestiame degli anni '70 sporco e fetente per la metà italiana del treno, solito convoglio pulito, nuovo ed ordinato per la metà tedesca del treno.
Trovo posto in uno scompartimento da 6, insieme a me un tizio non meglio identificato che sonnecchia. Dopo un po' si presenta un extracomunitario, africano, chiede gentilmente in un italiano scalcagnato se gli altri posti sono liberi e si sdraia sul sedile senza dire altro.
Verso mezzanotte e mezza, tra Firenze e Bologna, passano due controllori e svegliano l'immigrato, ovviamente sgarbatamente e dandogli dal tu, per chiedergli il biglietto. Solo allora il poveretto si accorge di aver dormito troppo: doveva scendere a firenze campo marte, 20 minuti fa.
I controllori gli fanno pagare la differenza del biglietto (7.75 €) e ironizzano sulla "lucidità" del "gentile cliente" di Trenitalia. Io osservo in silenzio.
Mentre stanno per andarsene li fermo.
"Potreste dirgli che treno deve prendere per tornare indietro?"
Si guardano in faccia. Hanno il palmare con il quale possono accedere agli orari aggiornati in tempo reale appeso alla cintura come tutti i controllori, ma non lo prendono.
Uno dei due, con una palese cadenza calabrese, soggignando, si rivolge all'altro: "L'espresso di mezzanotte e quaranta?"
L'altro rimane sorpreso per un attimo, poi, ridacchiando anche lui, si gira verso di me: "Sì, può prendere l'espresso di mezzanotte e quaranta."
Guarda l'immigrato e gli fa: "Sbrigati che arriviamo a mezzanotte e trentadue. Un'oretta e sei a firenze." Poi vanno via.
La cosa mi puzzava come una comitiva di liceali dopo l'ora di ginnastica, ma non avevo molto da replicare.
Nei 20 minuti che ci separano da Bologna faccio conoscenza con "Mike", liberiano, da tre anni in italia ma con qualche più che evidente difficoltà ad imparare la nostra lingua. Mi offro di accompagnarlo a fare il biglietto alla macchinetta e di indicargli il suo binario, una volta scesi.
Appena messo piede sulla banchina corriamo fino all'emettitrice più vicina, ma al terzo click mi accorgo che c'è qualcosa che non va.
Non ci sono "soluzioni di viaggio" per firenze prima delle 4.17. Mi allontano, guardo il tabellone e vedo l'espresso delle 0.41 in partenza, binario 6. Destinazione finale Lecce.
Il quadro è completo, ma non mi fido che chi "pensa male agisce male" e vado a controllare sulla tabella cartacea delle partenze.
Non mi sbagliavo, l'espresso indicato dai due controllori come quello che in "un'oretta" l'avrebbe riportato a casa non fermava in nessuna stazione di firenze visto che va in puglia e lo fa passando per ancona e pescara, come è ragionevole che sia.
Mi sono vergognato di spiegare a Mike cosa gli era successo, gli consiglio di non andarsene in giro e di restare nella sala d'aspetto e lo saluto.
Essere gli emigranti per eccellenza ci ha insegnato davvero poco.
9 Responses to “Italiani brava gente”