Grazie per essere entrato. Forse sei qui per caso, ma se è così, ti prego, non andartene. Perché fermarsi anche solo per un attimo in questa pagina bianca e vuota dove si piange per un ragazzo miliardario? Perché fermarsi quando si sta navigando in un oceano di libertà? Non lo so. Non esiste un perché. I perché ce li hanno tolti da un pezzo (chi? Dio solo lo sa), e nessuno ha più voglia di andarli a cercare. Tanto, a che servono? A star male? A farci sentire più sicuri di se? A darci la spinta ad andare avanti? No. Non serve sapere quali sono. Perché magari un giorno scoprirai che erano tutte palle, quei perché che avevi scovato con così grande sforzo. Ma questo non conta. Se quel giorno arriverà (e non è detto che arrivi), conta che tu li abbia cercati per tutta la vita quei maledetti perché. Così potrai dire di avere vissuto. Conta che tu abbia avuto la determinazione a riflettere sempre e comunque, la volontà di non addormentarsi. Rimanere svegli. Senza subire i perché degli altri, perché gli Altri sono sempre disposti a servirteli. Dunque perché rimanere qui a scrivere quando non si ha niente da dire, quando si vorrebbe soltanto ascoltare quello che gli altri hanno da dire, perché è più facile che esporsi? Noi non vogliamo rispondere a queste domande. Tanto sappiamo che andrete a cliccare da un’altra parte, lontano da queste stronzate buttate in maniera indegna sullo schermo. Noi vi diciamo soltanto che questa è una palestra delle idee. Non importa di che tipo siano. Se volete parlare dell’infinito e dell’insostenibile leggerezza dell’essere, fate pure. Se invece preferite straziarvi per il povero Ronaldo o esaltare Dawson's Creek come il miglior telefilm mai trasmesso in tutta la storia della televisione, non c’è problema. Internet è libertà, così dicono. E poi abbiamo la segreta speranza che prima o poi si discuterà di qualcosa che valga veramente. Per dimostrare che questi giovani mediocri sono svegli e disposti a cercare i perché. Un’ultima cosa: questo delirio è stato scritto con “Un giorno migliore”. Lo so, non è musica vera, ma questa deliziosa canzonetta appartiene comunque a questa Generazione, la Nostra Generazione. E lancia speranze splendidamente nostre. Cosa mi
aspetto dal domani, Il sole in faccia no, |
da
un'idea di Fabio
Zecchi e
Eugenio
Ciccone - MARZO 1999
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COLLEGATO IL CERVELLO e TENERE GLI OCCHI SEMPRE BEN APERTI...NON SI PUÒ MAI
sapere...