Author Archive for Dr.Strangeblog

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Cervello Libero

Vittorio Feltri ha fondato e dirige un giornale che si chiama "Libero": l'equivalente di Marc Dutroux alla direzione di un trimestrale intitolato "Pedagogia".
Ovviamente non mi permetterei mai di mettere i due sullo stesso piano. Li sistemerei piuttosto in due ali differenti dello stesso carcere.
Feltri scrive perchè è un giornalista, ma l'impressione più frequente è quella opposta. Come se io ricevessi una wildcard per Wimbledon perchè qualche mia seconda di servizio finisce al di là della rete.
Nonostante lui sia tuttora convinto che la deontologia professionale sia un titolo onorifico per dentisti, "Libero" rimane un giornale straordinario. Le sue prime pagine raggiungono il livello giornalistico della copertina di "Novella 2000", ma senza foto di Giampiero Galeazzi in topless.
Da giovane scrivevo sporadicamente articoli per giornali locali, sognando di poter così diventare giornalista e più tardi direttore di un quotidiano nazionale. Dopo aver letto "Libero" ho deciso di dedicarmi alla necrofilia. Così anticipo i tempi.

Vittorio Feltri, direttore di "Libero", è stato radiato dall'albo dei giornalisti nel 2000 (sentenza poi modificata in "censura") e nel 2002 ha patteggiato due mesi di reclusione per i motivi che si possono leggere nella sentenza.

Vittorio Feltri ha, soprattutto, scritto questo articolo.

America Under Attack

Piccolo schermo, domina la violenza. Lo rivela un'indagine realizzata dall'istituto Eta Meta Research sulla tv italiana: ogni 4 minuti il telespettatore costretto alla visione di scene estreme.
Non male come media, se si trattasse di pornografia. Tempo fa ho noleggiato un film porno in cui il protagonista, un nero le cui proporzioni avrebbero mandato dall'analista anche Varenne, mentre la prendeva da dietro l'obbligava a fare delle cose schifose con la bocca.
Ho dovuto spegnere quando l'ha obbligata a leggere ad alta voce un editoriale di Vittorio Feltri.
Ogni 35 minuti un morto, ogni 18 un ferito e non si conta la violenza psicologica e verbale.
Spaventoso, d'accordo. Ma si trattava di una puntata di "E.R.".
Eta Meta Research ha calcolato che in media ogni 4 minuti il telespettatore è costretto alla visione di immagini e scene di manifesta o subliminale violenza.
Per intenderci: la "violenza manifesta" è il servizio del Tg4 su di un bambino massacrato dalla madre, la "violenza subliminale" è il sorriso trattenuto da Emilio Fede mentre manda in onda quel servizio.
Secondo Eta media si è inoltre sottoposti ad esplosioni (una ogni 20 minuti), alla visione di armi (ne compare una ogni 7 minuti), ad una manifestazione violenta ogni 11 minuti, ad una scena di battaglia ogni 15 minuti e ad una minaccia ogni 9.
L'unico consiglio che mi sento di darvi? Spegnete la tv e uscite di casa!.
A meno che voi non abitiate a Falluja, ovviamente.
Lo studio è stato realizzato in collaborazione con oltre 100 esperti tra psicologi, psicopedagogisti e medici e grazie al monitoraggio delle principali reti nazionali.
Non mi fido particolarmente degli psicopedagogisti. Continuano a ricoprire di elogi un programma come "Art attack". Si tratta del programma più eversivo di tutto il panorama televisivo italiano: dota i bambini di una manualità mostruosa con arnesi all'apparenza innocui: forbici con le punte arrotondate, taglierini che non tagliano un cazzo, colla efficace quanto uno sputo catarroso, odiosissimo cartoncino colorato.
Tutte cose che puoi tranquillamente far salire su di un aereo di linea interno statunitense senza che nessuno sospetti nulla di te. Poi, dopo un breve armeggiare mentre fingi di grattarti la pianta del piede sinistro, ti sei costruito una beretta semiautomatica funzionante per sfruttamento del rinculo con sistema di chiusura stabile, geometricamente determinato e a corto rinculo di canna.
Ricordo ancora la puntata dei primi di settembre 2001: insegnavano a costruirsi un taglierino a 10 mila piedi di quota.

Buffet

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Dicono di noi

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(The Times)

Una lieta sorpresa dal paese delle zanzare e della nebbia fitta. Con Ciccsoft L'Italia riacquista un posto di primo piano nell'Europa dei Grandi.
(Frankfurter Zeitung)

Il nuovo che avanza nel mondo dei blog, nonostante noi non ci abbiamo mai capito nulla.
(La Repubblica)

Quando li abbiamo visti davanti al nostro portone in Via Solferino, capimmo subito che sarebbero andati lontano. Poi infatti sono entrati.
(Il Corriere della Sera)

L'abbiam capito subito che di sport non capiscono una borsa, anzi un borsone. Meno male che non gli abbiamo aperto la porta!
(La Gazzetta dello Sport)

Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
(Il Giornale)

Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
(La Nuova Ferrara)

Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

Cagnazz è il Mickey Mouse dell'era moderna e le tavole dei Neuroni, arte pura.
Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
(Diario)

Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
(Ciak)

Scandalo! Nemmeno Selvaggia Lucarelli ha osato tanto!
(Novella duemila)

Indovinello
Sarebbe pur'esso un bel sito
da tanti ragazzi scavato
parecchio ci avevan trovato
dei resti di un tempo passato.
(La Settimana Enigmistica)

Troppo lento all'accensione. Però poi merita. Maial se merita!
(Elaborare)

I fighetti del pc della nostra generazione. Ma si bruceranno presto come tutti gli altri. Oh yes!
(Rolling Stone)

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