Il 2 sera ho partecipato ad una delle cose più serie in assoluto…o per lo meno il contorno lo era: Io e Gio 3 minuti per decidere cosa indossare: “Giacca? No io non ce l’ho…camicia? Si quella si…ma dentro o fuori? Dentro è meglio…calzoni? Io ho solo i jeans…io pure…scarpe? Io ho solo le tennis…no io invece ho quelle prese con Roby…ok dai andiamo!”
Arriviamo un ora dopo (prima era solo su invito) davanti il centro culturale italiano, che funge da territorio italiano…parcheggiate di fronte macchine minacciose che mostravano sul muso bandierine tutte colorate a strisce….nooooooo…non mi, le macchine delle differenti ambasciate…
insomma davanti il portone una manciata di persone in giacca e cravatta…”andiamo bene”…entriamo ma sembrano non accorgersi dei nostri jeans…d’altronde potevamo sembrare dei fotografi(quindi artisti) che hanno l’ultima innovazione italiana: macchina professionale reflex con flash e 200 di zoom dimensione taschino! Insomma entriamo…corridoio, sui lati devo ancora capire se per arredamento o utilità…delle ragazze che distribuivano i cd della banda che aveva suonato in precedenza! Poi il salone…bello, imponente, corredato di fiori…ma queste cose sono state notate solo alla fine perchè all’inizio l’unica cosa che ci ha catturato l’attenzione erano i banconi pieni di cibo…tutte specialità italiane: formaggi, salumi e melone, grana (perché il grana non è un formaggio, è qualcosa di più!), salami, mozzarelle…ahhh…bufalaaaa…ahhh…pasta, dolci, gelato…cosa? Gelato? O focca la bindella! Tutti elegantissimi…chi con lo strumento perché aveva appena suonato, chi con la divisa di qualche carica militare, che si atteggiava con petto in fuori e pancia ancora più in fuori…ragazze bellissime con uomini bruttissimi e vecchissimi…ma quanto ti paga? Poi finalmente qualche conoscente…che bello! Ma voi come fate a conoscervi? Con grande imbarazzo dici fra i denti:”bè da quando sono qui ho sempre un po’ frequentato il centro culturale…”(ma in realtà sarebbe stato: “bè andiamo sempre a giocare a calcetto assieme, siamo un gran numero di italiani, lui gioca in difesa e io in attacco…”). Bene, bene!
Insomma io e Gio decidiamo che è legittimo…non si sa per cosa, forse solo perché è la nostra festa come italiani, iniziare ad abbuffarci! C’è molta gente in coda attorno ai banconi…chi parla italiano chi ci prova perché magari non era stato invitato e allora è il minimo per sentirsi parte della festa, qualche moglie parla con qualche collega del dolce far niente…e poi dal fondo della fila, come un inno si stacca una voce di qualcuno che voleva sgattaiolare avanti: “Guardate che dietro ci sono le donne nude!” …chiunque sia stato… grande! Qualcuno che è davanti passa il piatto dietro alla moglie, figlia, zia, cugina…ma insomma…ma…ma è ungherese…bastardo impari proprio le cose più furbe da noi! Però hai ancora molto da imparare sullo stile! Insomma, arriviamo anche noi due al bancone! 1-2-3-4 piatti…ormai siamo un po’ pieni e decidiamo di andare verso il bere allora! Lungo la strada(10 metri che però sicuramente triplicano per circumnavigare i gruppi di persone intenti a parlare fra una fetta di crudo e un boccone di melone!), incrociamo un tipo…alto…tutto ingellato…ci conosce…ma chi è? Si avvicina al nostro orecchio e ci dice.”ma dai ho giocato giovedì in attacco nella squadra avversaria!” Ahh adesso mi ricordo! “Sapete, è pieno di belle ragazze (noooo guarda non ce ne eravamo accorti, grazie per avercelo detto), pensate che stavo parlando con una violinista, guardate quella la! Ma dove è finita? Cavolo pensate che ho lasciata sola lei per salutare voi! (bravo cazzone!)” Finalmente il vino…rosso e bianco, poi ancora bianco e rosso…a proposito: “Gio guarda che noi dobbiamo andare, abbiamo la partita!” …ci accingiamo all’uscita, e ci saltano all’occhio i particolari detti in precedenza! “Ciao, ma siete italiani?” “chi cosa, dove?” In poche parole due ragazze che se vedi fuori esclami: ”che gnocche” o “calde” come direbbe mio fratello, ma li ti trattieni ed esclami: “carinee”! Anna italiana e Linda ungherese, fra quella texture di persone blu avevano scelto di conoscere noi…forse perché appunto non eravamo blu, forse perché giovani e aitanti, forse non lo abbiamo capito! Vino? Si grazie, ma voi che fate? Ah erasmus, bello! Noi lavoriamo qui all’ambasciata! Ti lascio il numero così ci sentiamo! Ma vaiiii ma vieniii ma chi siamo! Insomma tutti contenti e un po’ alticci andiamo a giocare a pallone, arriviamo in ritardo per un motivo valido, a me gira la testa, ma faccio due goals, vinciamo e andiamo a letto!