Archive for the 'Musica' Category

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Andate avanti voi che a me scappa da ridere

puntozeroLa prima reazione di molti amici quando abbiamo lanciato la scorsa settimana il sondaggio .Zero per trovare le migliori canzoni dal duemila ad oggi è stata: troppo difficile, non riesco. In effetti un simile sondaggio può essere vissuto in due modi a seconda di quanto vi fate coinvolgere: come un gioco, rispondendo in maniera piuttosto rapida seguendo l'ispirazione del momento (e finendo per votare brani degli ultimissimi anni), oppure andando a scartabellare nella vostra libreria musicale per ore indecisi su cosa mettere nemmeno fosse il ballo di fine anno.

Io appartengo ovviamente alla seconda categoria, e nel momento in cui abbiamo deciso di creare questo giocone di fine decennio ho passato più di una serata sgomento per la scelta che avrei dovuto affrontare e che probabilmente non affronterò prima del 24 dicembre, quando per forza di cose dovrò buttare giù dalla rupe Tarpea qualcuna delle mie superfavorite.  Mi nutro perciò volentieri delle vostre scelte, con la curiosità di un bambino che dopo la lettura di Alta fedeltà di Hornby non riesce più a fare a meno delle top-qualcosa, con l'ansia di sapere da voi quali siano i brani che ricorderemo degli anni zero, perchè da solo non ce la posso fare e mi scoppia la testa.

Ogni lunedì vi terremo aggiornati sulla classifica, a partire da oggi,
con questi primi risultati ancora molto vaghi ma che comunque già premiano brani e dischi che effettivamente hanno lasciato un segno notevole in questo decennio digitale.

P.S. Ci è stato detto che manca la categoria "miglior colonna sonora", ma credo che eleggere direttamente "Il favoloso mondo di Amelie" sia scontato, no?

--> CLASSIFICA PARZIALE E LINK PER VOTARE

Zero

Questi cazzo di anni Zero.

Adesso che inseguite il nuovo esordio dei The XX, o sbattete ripetutamente le orecchie per i Muse che suonano come i Queen, sicuramente non ci fate più caso, ma era ancora (o appena, dipende dai punti di vista) il famigerato anno 2000 quando uscì Kid A dei Radiohead, e i Lunapop dovevano ancora sciogliersi.

Sono passati dieci anni, tutti col segno 0 davanti. Un tratto distintivo, un avvertimento, una sentenza. Dentro ci è finito di tutto, ci siamo finiti anche noi, ad inseguire mp3 da scaricare, ad accumulare cartelle di gigabyte invece che pile di cd, ufficialmente giubilati dall'invasione di ipod. Non ci avevamo proprio fatto caso che sono passati dieci anni, sarà che con tutti questi zero non si capiva bene in che epoca fossimo finiti, che musica stessimo ascoltando, se ci fosse un filo comune oltre a quelli delle nostre cuffiette consumate.

Questi cazzo di anni zero sono durati troppo, i Bloc Party hanno fatto in tempo ad esplodere e poi bruciarsi per autocombustione. Per dirne uno. Si sono infilati ovunque, rendendosi addirittura fastidiosi, miliardi di gruppi più o meno (in)utili per un'estate, una notte, un giorno di autunno. C'è stato molto autunno, in questi anni zero, anche se fa
sempre più caldo. Sono durati forse troppo poco, tanto che nemmeno ci facciamo più tanto caso, che Kid A e Lady Gaga fanno parte della stessa decade. Così come Eminem e Le Luci della Centrale Elettrica. Questi cazzo di anni zero.

Sono finiti, ormai. E sapete bene cosa succede, quando finisce una decade. Sondaggione inutile, sì. Qual è la canzone degli anni Zero? E l'album?

Domande angoscianti a cui nessuno vorrebbe rispondere. .zero è l'occasione per passare due ore in ansia a scartabellare i propri mp3: Oddio, cosa metto? A ricordarsi di canzoni insospettabili: ehi questa non la sentivo da una vita! A fare delle scelte.

Per agevolare l'impossibile, vi diamo la possibilità di votare per quattro categorie distinte:

  • Canzone italiana degli anni zero
  • Canzone straniera degli anni zero
  • Album italiano degli anni zero
  • Album straniero degli anni zero.

E potete esprimere un massimo di 3 preferenze per ciascuna. Avete tempo per votare, nella pagina con il modulo, fino al 25 dicembre 2009. Ogni settimana aggiorneremo le classifiche, non appena si schioderà dagli zero voti.

Questi cazzo di anni zero. E un inutile sondaggio, dove non si vince niente.

Are we human or are we buskers?

coconutz

Tre anni dopo, siamo di nuovo a fare i buffoni in strada. Siateci! - www.coconutz.it

Controllo del livello del rombo

Concerto dei Bloc Party (più White Lies, va beh) in piazza Castello a Ferrara. Costo: 25 euro.

Concerto dei Subsonica al Festival di Radio Sheerwood, a Padova (zona stadio). Costo: 10 euro.

I primi sono una delle band più affermate e importanti uscite dal decennio indie. I secondi sono tra le poche, pochissime, band "bandiera" che abbiamo in Italia. Non si discute su chi sia meglio o peggio, o se siano musicalmente valide o meno. Si parla di (relativa) fama, successo, radicamento nel pubblico e nell'immagine.

Sono stato a entrambi i concerti, ho sudato, strattonato, cantato sotto entrambi i palchi. Ma mentre ripiegavo verso la macchina parcheggiata a 800km di distanza, sotto la pioggia padovana, notavo la clamorosa sproporzione dei prezzi del biglietto.

I prezzi andrebbero invertiti, infatti. Perché un gruppo può piacere o meno, può essere o meno "cool", ma poi quando è il momento di un concerto, deve spaccare. La musica dal palco ti deve investire, e non si tratta solo di volumi più o meno regolati. Il muro di suono deve piovere sul pubblico, scuoterlo, farlo muovere, non lasciarlo indifferente. A un concerto (a certi tipi di concerti, diciamo quelli "elettrici") non ci si deve distrarre a guardare la fotografa carina appoggiata alle transenne, o scrutare la marca del sintetizzatore.

Eppure i Bloc Party avrebbero canzoni della madonna. Avrebbero la stoffa (nonostante l'ultimo album), avrebbero anche fisicamente l'impostazione giusta. Ma dal vivo non spaccano. Arriva Like eating glass, per esempio, e sembra che manchi tipo qualche strumento, si sentono dei silenzi quando dovrebbero picchiare, picchiare duro e basta.

Invece i Subsonica suonano due ore, spaziano dal rock all'elettronica fino alla dance. Non lasciano vuoti, riempiono tutto lo spazio con ogni strumento. Ti fanno sudare, regolarmente. E hanno quelle "aperture", alla fine di buona parte dei loro pezzi, che ormai sono un marchio di fabbrica e sciolgono qualsiasi pigrezza.

Verrebbe voglia di rimborsare il biglietto ai Subsonica, e colmare quei 15 euro di differenza tra l'aperitivo nel locale Arci di tendenza e un sorso di vino rosso bevuto direttamente dalla bottiglia.

Bis, un termine anacronistico

paoloconteC'è una consuetudine ormai comune a qualunque artista si esibisca su un palco e ben nota al pubblico, almeno a quello che è stato ad un concerto negli ultimi dieci anni: ad un certo punto dello spettacolo il pubblico viene salutato alla svelta, con un ciao, un grazie, un lancio di un plettro e si finge la fine del concerto. L'artista di turno si ritira dietro le quinte, si asciuga la faccia, si beve qualcosa e nel giro solitamente di 5 minuti massimo (ho visto anche attese di 15) rientra per qualche altra canzone con cui chiudere degnamente la serata, solitamente i pezzi migliori, o un lentone struggente, o la chicca in anteprima. Sono i cosiddetti encore, come va di moda chiamarli ora, un tempo si chiamavano bis, ed avvenivano per acclamazione. Ora è tutto meno poetico: il pubblico sa che il concerto non è affatto finito, è tutta una messinscena, e non si sbraccia nemmeno più con il vecchio "fuo-ri-fuo-ri" per richiamare sul palco l'artista. Si attende semplicemente che la manfrina abbia il suo corso. In ogni caso si è perso un po' il senso del bis, del volerne ancora, della ripetizione di qualcosa che è piaciuto e si vuole riascoltare.

Ebbene sabato sera in PIazza Castello a Ferrara suonava Paolo Conte, che di anni ne ha ben settantatrè e appartiene ad un'altra generazione, ad altre abitudini, ad un altro pubblico. Al termine di un concerto con tutti i maggiori successi tra cui l'immortale "Via con me", è uscito dal palco e il pubblico per lo più adulto l'ha richiamato dentro con applausi e incitamenti. Ed è andato in onda un insolito e anacronistico BIS. Un vero bis: ha eseguito nuovamente Via con me, più veloce, con un diverso arrangiamento, per la gioia di tutti. Se oggi un artista rientrasse rifacendo un pezzo già eseguito ho paura sarebbero fischi e proteste. Infatti ora si chiamano encore e non bis, ma non sono forse le cose più belle (e non altre) quelle che vogliamo ancora e ancora e ancora?

Il pop è morto. Viva il pop!

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La ferale notizia della scomparsa del Re del Pop mi giunge per sms in una sera di pioggia proprio mentre, a margine di una serata in sala prove un po' più cazzona del solito, si celebravano gli anni Ottanta con dello scialbo ma divertente karaoke improvvisato. Diventare adulti è prima di tutto la rinuncia o la consapevolezza che qualcosa cui eri abituato e apparteneva alla tua gioventù non c'è e non ci sarà più.

Tra le tante cose che non ci sono più da un bel po' del magico decennio degli yuppie e delle permanenti aggiungiamo oggi alla lista una delle massime icone della cultura popolare di quel periodo. Forse la più grande, insieme ovviamente a Madonna, capace di far breccia nei cuori dei fan sparsi in ogni parte del globo. Più popolare della Regina d'Inghilterra, più universale del Papa, il suo moonwalking ha ispirato centinaia di ballerini e fatto sognare una generazione intera. Spettacolo puro il suo, che supera il limite imposto dai generi e dal giudizio che ognuno di noi può dare musicalmente: non sono mai stato un fan di Jackson eppure riconosco in lui l'interprete migliore di un'epoca che non c'è più, in cui non c'era internet e il cellulare, ma c'erano più soldi, più benessere o forse molto semplicemente si credeva ancora fosse così. Provate a riascoltarvi Beat it oggi e chiudendo gli occhi rivedrete l'America degli anni ottanta, più sorridente e spensierata di quanto non sia adesso.

Michael Jackson rappresenta però anche il massimo grado di stupidità umana e cialtronaggine dello star system. Se le grandi rockstar si spegnevano giovani riverse in una pozza di vomito in qualche motel negli States, il suo declino è stato tutt'altro che da star, tanto da schifare persino i suoi fedelissimi. Ridotto a ombra di se stesso con continue operazioni su un corpo sempre più martoriato, dal cambio di colore della pelle alla chirurgia estetica sfrenata, travalicando ogni limite umano stabilito in precedenza da Liz Taylor, ha visto perdere sempre più credibilità anche sul piano umano. I casi di sospetta pedofilia, la bancarotta, le psicosi su fantasmi e inquinamento atmosferico, ne hanno fatto un personaggio talmente controverso da non farci dire nient'altro oggi che non sia un riposi in pace che metta la parola fine a tanta dabbenaggine.

Vorrei non averlo conosciuto Jacko, dopo il 1995, avrei preferito saperlo ritirato a vita privata con quel mare di soldi che aveva accumulato. Certo non possiamo pretendere che la vita di una popstar non sia fatta di eccessi, in questo caso completamente opposti agli sfarzi di reginette come Mercury o Sir Elton, ma tra i tanti modi di concedersi una vita sregolata, distruggersi con la chirurgia estetica rimane uno dei modi più stupidi mai visti. Gli altri almeno si sono divertiti per spegnersi giovani, bruciando tutto al sacro altare della musica. Morire a 50 anni per un infarto dopo quindici passati in casa con una mascherina antipolvere è da sfigati, Jacko. Sei out. Come gli anni ottanta del resto.

Il paese è reale, loro un po’ meno

Qui spiace dirlo, ma ripetuti ascolti non mi hanno fatto cambiare l'impressione iniziale: il paese sarà anche reale, ma la compilation mica tanto.

A parte Afterhours (pezzo stupendo, così crudelmente reale perché ansioso, spigoloso e retorico), Benvegnù (ma Paolo è la classe fatta persona), Dente (un genietto) e Disco Drive, gli altri pezzi non risaltano. Non si fanno ricordare, non lasciano il segno nè su chi molti di quei gruppi li segue, nè (presumo) su chi non li hai mai ascoltati.

Ma non è colpa dei singoli gruppi, tutti bravi, quanto dell'idea di fondo. Qual era l'obiettivo di questa compilation? Far risaltare, per l'appunto, la loro "bravura" assodata, ma regolarmente non considerata dalla maggioranza numerica degli ascoltatori di musica in Italia?
Beh, questa accozzaglia di pezzi produce l'esatto contrario, anzi, vien da pensare che questa Italia musicale nascosta stia a menarsi un po' troppo il torrone (per esempio, inserire qualche canzone allegra era troppo compromettente?). Un compitino che non aggiunge niente alla causa, per cui, belle o meno siano le canzoni, l'obiettivo non mi sembra raggiunto.

Bastava ascoltarsi i vari album di ciascun gruppo, invece di costringerli ad alzarsi dai loro banchi nelle ultime file a recitare il temino alla lavagna davanti ai prof (prof che, in questo caso, ne sapevano meno degli alunni stessi): non tutti si sono messi, purtroppo, a grattare sulla lavagna come Manuel Agnelli. Rimandati da dove erano venuti, e non è detto che sia un dramma.

Nannucci muore e fuori c’è il sole

nannucci1La notizia probabilmente l'avrete già letta in giro per la rete, oppure ve la dico rapidamente anche qui: lo storico negozio di dischi Nannucci, in via Oberdan a Bologna, chiude i battenti tra circa un mese.
Chi conosce Nannucci ha già avuto modo di adorarlo in questi anni e di rattristarsi per la notizia. Ho iniziato ad andarci quando ero ancora al liceo, durante le scorribande a Bologna il sabato pomeriggio e grazie ai consigli musicali del mio compagno di banco Francesco.
Chi non lo conosce e non c'è mai stato ci vada subito, prima che svuotino del tutto gli scaffali che già ora hanno buchi clamorosi e c'è tanta aria di sgombero. Portatevi a casa un disco, cercate qualche rarità, godetevi la sterminata sezione jazz o classica, o accaparratevi un classicone best seller a pochissimi euri. Che i dischi si sa, non li ascoltiamo quasi più perchè ci sono gli mp3, ma capiremo il fascino di possedere un "oggetto musicale" solo tra 10-20 anni, e personalmente vorrei avere qualche ricordo tangibile per quel momento.

Nella mia visita d'addio pochi giorni fa mi sono portato a casa tre dischi che sono stati piuttosto significativi dei miei anni zero: Iniziali Bì-Bì della Bandabardò, perchè sono stati anni folk, l'omonimo disco dei Franz Ferdinand perchè sono stati anni indie, e Socialismo Tascabile degli Offlaga Disco Pax perchè anche in Italia c'è stata una scena indipendente, per piccina che sia, e questo ne è un ottimo esempio. In totale non ho speso più di 7-10 euro per disco.

Si, ho scritto disco, sono un po' retrò.

Previsione facile: vince Marco Carta

Premiato da Maria de Filippi. Capito ora perchè sarà lei la valletta stasera? La sintesi del berlusconismo applicato alla tv nella simbiosi definitiva rai-mediaset.

Le classifiche del 2008 rivedute e corrette

Lo so, lo so, avevamo detto che il 2008 veniva impacchettato con la nostra Compilation, quindi ritirare fuori le Classifiche di fine anno, a gennaio inoltrato, appare un tantino pedante. Ma come non dare merito al lavoro di chi non si è voluto accontentare di stilare le proprie posizioni ma è andato oltre?

Mentre si accumulavano nell'aggregatore liste su liste, Arte del Nastrone nel proprio laboratorio segretio tentava di capire quali fossero stati gli album più apprezzati nel Globo Tutto. Una folle ambizione che le ha fatto escogitare assurdi algoritmi per tenere conto dei voti di tutti noi. O quasi, ecco. Vi proponiamo in esclusiva i risultati, comprensivi delle classifiche segnalate dal nostro aggregatore ma non solo (ci sono pure quelle del DiscoBravo, tanto per ridondare...):

01. Fleet Foxes - Fleet Foxes (300 punti)
02. Portishead - Third (273 punti)
03. TV on the Radio - Dear Science (272 punti)

04. Bon Iver - For Emma Forever Ago (251 punti)
05. MGMT - Oracular Spectacular (167 punti)
06. Vampire Weekend - Vampire Weekend (142 punti)
07. Deerhunter - Microcastle (107 punti)
08. Le Luci della Centrale Elettrica - Canzoni da spiaggia deturpata (104 punti)
09. Baustelle - Amen (94 punti)
10. Fuck Buttons - Street Horrrsing (72 punti)

10 punti al primo, 9 al secondo, 8 al terzo e via così, per ogni classifica. Considerate che le classifiche erano tante, con tanti album, e poi riflettete su concetti come tempo libero e voglia di farsi del male. In ogni caso: grazie a chi si è sbattuto!

Buffet

Le migliori foto di LondraNote sparse su alcune cose curiose
trovate a Londra

Le migliori foto di Berlino Do not walk outside this area:
le foto di Berlino

Ciccsoft Resiste!Anche voi lo leggete:
guardate le vostre foto

Lost finale serie stagione 6Il vuoto dentro lontani dall'Isola:
Previously, on Lost

I migliori album degli anni ZeroL'inutile sondaggio:
i migliori album degli anni Zero

Camera Ciccsoft

Si comincia!

Spot

Vieni a ballare in Abruzzo

Fornace musicante

Cocapera: e sei protagonista

Dicono di noi

Più simpatico di uno scivolone della Regina Madre, più divertente di una rissa al pub. Thank you, Ciccsoft!
(The Times)

Una lieta sorpresa dal paese delle zanzare e della nebbia fitta. Con Ciccsoft L'Italia riacquista un posto di primo piano nell'Europa dei Grandi.
(Frankfurter Zeitung)

Il nuovo che avanza nel mondo dei blog, nonostante noi non ci abbiamo mai capito nulla.
(La Repubblica)

Quando li abbiamo visti davanti al nostro portone in Via Solferino, capimmo subito che sarebbero andati lontano. Poi infatti sono entrati.
(Il Corriere della Sera)

L'abbiam capito subito che di sport non capiscono una borsa, anzi un borsone. Meno male che non gli abbiamo aperto la porta!
(La Gazzetta dello Sport)

Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
(Il Giornale)

Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
(La Nuova Ferrara)

Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

Cagnazz è il Mickey Mouse dell'era moderna e le tavole dei Neuroni, arte pura.
Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
(Diario)

Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
(Ciak)

Scandalo! Nemmeno Selvaggia Lucarelli ha osato tanto!
(Novella duemila)

Indovinello
Sarebbe pur'esso un bel sito
da tanti ragazzi scavato
parecchio ci avevan trovato
dei resti di un tempo passato.
(La Settimana Enigmistica)

Troppo lento all'accensione. Però poi merita. Maial se merita!
(Elaborare)

I fighetti del pc della nostra generazione. Ma si bruceranno presto come tutti gli altri. Oh yes!
(Rolling Stone)

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