Archive for the 'Personale' Category

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Zeitgeist 2010

Come ogni anno su questo blog, le mie personalissime, inutili, ed adorate classifiche sull'anno che è appena finito. Un anno talmente inaspettato che se mi avessero detto che nella top ten dei miei ascolti ci sarebbero stati solo pezzi italiani non ci avrei mai e poi mai creduto. Ma tant'è. Detto ciò, non parliamone più di questo 2010.

SINGOLI PIU’ ASCOLTATI (per numero di ascolti, su iTunes, iPod, iPhone)
1. Massimo Volume - Litio
2. Virginiana Miller - Acque sicure
3. I Cani - I pariolini di 18 anni
4. Colapesce - Niente più
5. Marta sui tubi - La spesa
6. Marta sui tubi - Licantropo
7. Massimo Volume - Fausto
8. Le luci della centrale elettrica - Quando tornerai dall'estero
9. Perturbazione - Il palombaro
10.Il teatro degli orrori - E' colpa mia

ALBUM PIU’ ASCOLTATI (in ordine cronologico)
Music go music - Expressions
Vampire Weekend - Contra
Massive Attack - Heligoland
Il teatro degli orrori - A sangue freddo
Baustelle - I mistici dell'occidente
Tre allegri ragazzi morti - Primitivi del futuro
Band of Horses - Infinite arms
The National - High Violet
Yeasayer - Odd blood
Chemical Brothers - Further
Pan del Diavolo - Sono all'osso
Perturbazione - Del nostro tempo rubato
Kaki king - ...until we felt red
Zen Circus - Andate tutti affanculo
Arcade Fire - The Suburbs
Non voglio che Clara - Dei cani
Colapesce - Colapesce
Massimo Volume - Cattive abitudini
Le luci della centrale elettrica - Per ora noi la chiameremo felicità

ALBUM ITALIANO DELL'ANNO
1. Massimo Volume - Cattive abitudini
2. Il teatro degli orrori - A sangue freddo
3. Tre allegri ragazzi morti - Primitivi del futuro

ALBUM STRANIERO DELL'ANNO
1. The National - High Violet
2. Arcade Fire - The Suburbs
3. Vampire Weekend - Contra

MIGLIORI LIVE (in ordine più o meno sparso)
Marta sui Tubi, secret concert nel nostro cortile, Contrapò
Arcade Fire @ Zenith (Monaco di Baviera)
Teatro degli Orrori @ Radio Sherwood, Padova
Pixies @ Ferrara sotto le stelle
Pearl Jam @ Heineken Jammin Festival, Venezia
Dente, secret concert @ Pronti al peggio, Milano
Francesco Guccini @ Palasport, Padova

MIGLIORI RASSEGNE
Concertone del Primo Maggio, Roma
La tempesta sotto le stelle, Ferrara
Woodstock 5 stelle, Cesena

RISCOPERTE MUSICALI (roba vecchia ascoltata di nuovo un sacco, di solito a causa di live imminenti)
Marta sui Tubi
Pearl Jam
Pixies
Francesco Guccini
Perturbazione
Yeah Yeah Yeahs
The Kinks
Diaframma

LIBRI DELL'ANNO
Herta Muller - Il paese delle prugne verdi
Chiara Zocchi - Olga

Come lacrime nella pioggia

Del 2010 vogliamo altresì ricordare:
- La bufera di neve in Abruzzo il primo dell'anno che non si respirava.
- La telefonata scherzo di Dente durante il secret concert a Milano.
- Serissime colleghe che si scatenano a ballare sui tavoli a Mestre.
- Il nuovo trombettista del mio gruppo che si ritira dietro il palco durante il concerto a S.Pietro in Casale, in quanto dichiaratamente ubriaco.
- In macchina verso Bologna, quando dopo aver fatto i fari alla macchina di Fabio davanti, lo facciamo accostare per farci restituire la bottiglia di birra buona regalata per errore poco prima, in cambio di una scadente.
- Tirare mattina a zonzo per il centro di Roma dormicchiando poi alla stazione Termini.
- Ballare sull'erba bagnata alla propria festa di compleanno a momenti rovinata dalla pioggia scivolando più volte.
- L'attacco di Where is my mind al concerto dei Pixies a Ferrara.
- Finire quasi a terra nel pogo in mezzo ai sedicenni durante il live del Teatro degli orrori a padova.
- Rilassarsi al Pincio, guardando per aria senza pensare a niente.
- Il coro del pubblico su Black al concerto dei Pearl Jam a Venezia.
- Suonare la chitarra con il Beno sulla riva del Po, come al liceo.
- La distribuzione dei giornalini Ciccsoft all'ingresso di Ferrara sotto le stelle.
- Abbracciarsi alla fine del secret concert dei Marta sui tubi dicendoci che ce l'avevamo fatta a organizzare bene tutto; svegliarsi all'alba per fare il caffè alla band dopo una notte assieme a suonare disturbando il vicinato e infine tirare su le cartacce dal prato dove si sono esibiti e sentirsi dire dagli amici mentre ormai si è sulla strada verso Berlino, che un gatto ha rovesciato il bidone e si è sporcato tutto di nuovo facendo incazzare l'ARCI.
- Soggiornare in un hotel deserto e losco nel cuore della Germania in un paesino deserto e con qualche commerciante italo-mafioso emigrato.
- Rendersi conto di quanto sia piccola la porta di Brandeburgo.
- Esaltarsi per il costo del mangiare in Polonia, un po' meno per la quantità dei velox e per la qualità delle strade.
- Fare chiusura all'80-90's party del Lucerna di Praga.
- Micaela Ramazzotti che canta La prima cosa bella alla figlia, di fianco a noi al lago di Martignano.
- Il cielo stellato di Campo Imperatore, al suo completo e massimo splendore, una fresca notte d'estate con una coperta e qualche birra.
- Suonare al buskers festival e smettere quando l'impianto non regge più la potenza andando bellamente tra il pubblico.
- I balletti scemi con gli Utilli in chiusura del Buskergarden.
- Tirare le sette e mezza del mattino a casa dell'Emma e tornare a casa in bici col kway.
- Andare fino a Monaco di Baviera in inverno con 30 cm di neve per un concerto.
- Farsi scattare una vera Polaroid da una turista alla birreria HB del Fuhrer.
- Fondere il motore della vecchia Punto di Fabio abbandonandola per sempre in un parcheggio fuori città.
- Andare a vuoto da Ikea a Bologna per comprare delle sedie assenti per un problema del magazzino ma disponibili stando a quanto diceva il sito, tornarci una settimana dopo, trovarle, arrivare alla cassa e scoprire che il bancomat dà errore. Uscire, cercare un bancomat per prelevarlo, trovarlo fuori servizio, fare un km in mezzo alla neve e alla fine riuscire a prelevare per tornare a pagarle, queste benedette sedie.

Oggi è il mio onomastico

Non so se si festeggino ancora gli onomastici alla soglia del 2011, ma quando ero bambino era una fissazione per me sapere in che giorno ricorressero i santi e facevo gli auguri a destra e a manca a persone che nemmeno lo sapevano o lo ricordavano. Il mio è sempre caduto un giorno facile, quello prima di S.Silvestro, ben più noto a tutti perchè portatore di cenoni e riflessioni di fine anno. Avessero invertito i giorni ogni anno si parlerebbe di fine anno come della notte di S.Eugenio Vescovo, illustre sconosciuto ai più come penso S.Silvestro.
Fino circa a dodici tredici anni per l'onomastico ricevevo un piccolo regalo, che non poteva essere come quello del compleanno vista la valenza inferiore della ricorrenza, ma ugualmente gradito come contentino post-natalizio e pre-befana. Di solito in questi giorni mi trovavo nella casa di montagna in Abruzzo, in un paese di poche anime di cui spesso ho parlato qui sopra e dove non resta più un solo negozio, tranne un bar che dopo il terremoto apre quando vuole lui, e d'inverno con le nevicate che cadono, tiene quei pochi quotidiani e riviste che gli consegnano. Così il mio regalo, che andava scelto tra l'ampia disponibilità di fumetti del bar del paese, ricadeva a caso ogni anno tra un Paperino Mese, un Grandi Classici Disney, o qualche raccolta simile di storie a fumetti.
Al liceo poi ho avuto una fidanzata che si ricordava sempre del mio onomastico e ha continuato a farmi gli auguri anche dopo che ci siamo lasciati, ma ha smesso qualche anno fa, probabilmente avendo di meglio da fare. Con il tempo ho via via scordato gli onomastici di quasi tutti, tranne che dei miei familiari, e ogni anno il 30 dicembre di Eugenio Vescovo mi ricordo solo io e forse qualche vecchio matto di Milano, città di cui era originario.

. compiti per casa

Oggi stavo pensando che dopo la laurea mi piacerebbe fare qualcosa che riguardi i libri. Avendo un piccolo, piccolissimo gruzzolo da parte, ho iniziato a pensare di aprire una casa editrice. Poche ore dopo venivo smontata dagli amici più cari che mi ricordavano che adesso fare cultura è come voler diventare acrobati circensi senza fare stretching. Comunque i sogni non si pagano, e in attesa di trovare una soluzione coerente che sia anche all'altezza del mio portafogli, ho pensato di aprire una nuova rubrica su tumblr. Mi piacerebbe che partecipassero anche persone che non hanno un indirizzo tumblr loro, perché l'importante, di questi progetti, è aderire, ma soprattutto, non avere paura. Penso che sarebbe bellissimo se per una volta scrittura e temerarietà si incontrassero per qualcosa di serio. Il compito non è difficile, il link all'iniziativa lo trovate qui

http://lapolaroidiuntuffo.tumblr.com/post/1611078533

I compiti per casa e tutti gli aggiornamenti li trovate sempre sul mio tumblr http://lapolaroidiuntuffo.tumblr.com/, o sotto il tag progetti o sotto compiti per casa.

Non fate i timidi.

Bye Baffone

L'altro giorno hanno annunciato che dal primo gennaio cancelleranno il decreto Pisanu, che prevede l'obbligo per i locali pubblici - tra gli altri - di richiedere un documento al cliente per lasciargli accesso alla connessione Wi-fi. Avevo usufruito del servizio quest'estate per la prima volta, a Ferrara in uno dei pochi posti dove c'era questa possibilità: il pub Clandestino di via Ragno. Il suo proprietario, un omaccione baffuto napoletano con la passione per la birra e Maradona, ci aveva scherzato su sbuffando: pensa un po' se per darti una password devo stare a chiederti il documento e tutto il resto... ti fan passare la voglia di dare questo servizio ai clienti. In effetti è talmente strano lasciare una carta d'identità al barista che uscendo me la sono pure dimenticata li, dovendo tornare a riprendermela un paio di giorni dopo tra gli sfottò di Baffone. Pensavo proprio a lui l'altro giorno: chissà cosa dirà Baffone, chissà se sarà contento, che da gennaio potrà fare a meno di chiedere documenti alla gente, magari come lui che ha tenuto botta in questi anni, anche altri locali del centro cittadino seguiranno a ruota mettendo il wifi aperto e libero.
Baffone però, si è impiccato sabato sera, a 38 anni, con due figlie piccoline e un bel po' di depressione addosso che nessuno ha capito in tempo. Proprio lui, così sorridente e gentile con tutti, proprio lui che era sempre circondato di gente e un locale pieno che dovevi andarci alle nove o non trovavi posto a sedere. Proprio lui, che oltre a internet aveva le partite di champions, i vini e le birre artigianali, le esposizioni di quadri di artisti emergenti, i divanetti, i giochi di società che saranno rimasti due o tre in tutta la città a tenerli.
Wifi o no, a Ferrara quest'anno siamo arrivati a cifre record di suicidi, e ancora non c'è stato un giorno di nebbia, figuriamoci poi. Non va bene, non va niente bene, Baffone.

Cinquestelle

marghera

Ci sono canzoni talmente straordinarie da farci dimenticare a volte quanto ci piacciano, dandole per scontate e ascoltandole come qualcosa che si conosce da tanto tempo e di cui ci si può fidare, senza particolare enfasi. Ci sono poi momenti in cui il lettore mp3 te le propone al momento giusto, in un contesto particolarmente significativo o anche no, ma che in quell'istante fanno da colonna sonora perfetta alla tua vita, o almeno a quei quattro o cinque minuti che passiamo in loro compagnia. Sono quei momenti dove le canzoni straordinarie diventano i nostri personali capolavori, le nostre top di sempre, e nei quali di solito il sottoscritto promuove – se già non lo è - un pezzo da quattro stelle al massimo di cinque stelle che il suo ipod può offrire nella scala di gradimento della sua collezione personale.

Così questa sera, seduto su una comoda e puzzolente poltrona della prima classe declassata a seconda del regionale in partenza da Venezia, mentre il convoglio partiva piano piano passando il Ponte della Libertà e la gente ancora si affrettava a sistemarsi nei pochi posti liberi rimasti, e il sole tramontava tiepido dietro le ciminiere di Marghera un tempo teatro di orrori chimici e oggi spettro postatomico di un'area forse mai troppo bonificata, mentre il torpore della stanchezza di chi prende un treno da tre anni ogni santo giorno mi coglieva complice l'imbottitura della poltrona, e la ragazza belga seduta davanti a me rappresentava forse l'ideale di ragazza con la quale passare una vita vedendomi già a fare Ferrara-Bruges ogni mese per andarla a trovare, (e mentre scrivo le suona il telefono e risponde in italiano così dall'accento scopro invece essere padovana, porcaputtana, mi son fatto ingannare dalla borsa con la scritta Bruges ma tutto il resto era veneto e direi che con le venete per un po' ho chiuso non abbiatevene a male), ecco in quel momento preciso è partito Everything in its right place e mi è parso un pezzo perfetto, con un attacco perfetto e clamoroso, un suono perfetto, sintetico e angosciante, una perla di minimalismo postmoderno che ha addirittura dieci anni portati benissimo, capace di essere ancora un riferimento per tutto quello che è stata la musica degli anni zero, e non potevo credere avesse solo quattro stelline sul mio ipod perché ne ha guadagnate di colpo cinque e lode e ho aumentato il volume fino a ricevere uno sguardo interessato dalla ragazza di fronte che sentendo dai miei auricolari evidentemente ha riconosciuto il pezzo sorridendo. Anche a Bruges ascoltate i Radiohead?

Do not walk outside this area

Berlino avrebbe tutto per essere la mia ‘risposta’ a molti punti interrogativi storti della mia vita. E forse, proprio per questo, è meglio che io me ne stia lontano. Però quest’estate ci sono tornato, per la seconda volta, ed è stata come la prima, e come probabilmente saranno tutte le altre a venire. Berlino non è bella, nè brutta. A Berlino, semplicemente, le cose accadono.

Per vedere le foto che mi è capitato di fare quest’anno, cliccate qui sotto (ce ne sono troppe, lo so, e la pagina è lenta da caricare: prendetevi il vostro tempo, nel caso, oppure vedete un po’ voi, insomma):

Berlin 2010 - le foto

Un buon non compleanno

Insomma, ieri qui si è fatto gli anni (o meglio, ormai sono gli Anni che si fanno me), tra bottiglie di cocacola che innaffiano portatili di sale riunioni e voli intercontinentali da seguire su uno schermo di un pc, e il compleanno è indubbiamente uno dei momenti "topici" della vita sociale di Facebook. In profonda crisi di riflusso, tempo fa ho rimosso completamente le informazioni personali (data di nascita, città dove sono nato, dove vivo, fratelli sorelle figli illeggittimi ecc.): l'anno scorso ce le avevo ancora tutte, nel profilo, e infatti sulla bacheca piovvero gli auguri. Quest'anno, invece, zero. Nessuno se n'è accorto.

Così ho potuto notare chi si ricorda effettivamente del mio compleanno (tra conferme e gradite sorprese), e, tutto sommato, fa bene al cuore rendersene conto.

PS: E' stato anche il compleanno di questo sito in versione blog, ne fa tipo sette, di anni, e direi che li sente proprio tutti. Ma non necessiaramente è un male, sentirli.

PPS: Il compleanno comunque stimola i peggiori istinti delle persone. Ieri al lavoro mi chiamano direttamente sull'interno, io rispondo, dall'altro capo una voce seriosa di un collega che vuole accertarsi su un'imprenscindibile questione lavorativa: "Ascolta, una cosa importante: ma hai preso paste dolci o salate?".

Wishlist

Mangiare una fiorentina e altro fino a scoppiare a Barberino: fatto.
Leggere poesie in una camera deliziosa ad Arezzo: fatto.
Perdersi nella Sabina con il navigatore che ti manda dove vuole lui: fatto.
Fare il bagno nel lago di Bracciano: fatto.
Mangiare arrosticini nell'alto Lazio per rispettare le tradizioni ferragostane: fatto.
Ascoltare Micaela Ramazzotti a fianco a noi cantare La prima cosa bella per far addormentare il suo bimbo: fatto.
Ammirare miliardi di stelle a 1600m a Campo Imperatore di notte: fatto.
Ascoltare la colonna sonora giusta al momento giusto: fatto.
Scalare la collina del Conero per raggiungere la scogliera bianca manco fossimo in Lost: fatto.
Guidare per mille chilometri su strade di ogni tipo fino a far diventare la macchina un caos di borsine, bottigliette, cartacce e ciappini vari: fatto.
Fregare la pioggia di Ferragosto, i vostri mancati falò, le solite feste noiose e farsi tre giorni on the road: fatto e strafatto.

10 cartoline da Berlino

Berlino non ha un centro preciso, non ha un monumento migliore, un posto magico più di altri, sparsa tra i suoi quartieri uno diverso dall'altro e tutti al contempo godibilissimi. Potreste prendere la metro e scendere a caso a nord, a sud, a ovest, e scoprire sempre cose nuove e posti adorabili perchè Berlino è la città dove andare a vivere, dove stare qualche tempo, dove fermarsi ad osservare come si fa una città, e come si fanno i suoi abitanti. A Berlino si respira l'Europa, quella vera, così distante dal nostro ridicolo paese del sud, si respira la modernità di palazzi di vetro che convivono con ruderi di storia, quella storia che ha reso Berlino la capitale indiscussa del Novecento, al centro di ogni avvenimento, artefice del cambiamento culturale e politico e sempre in qualche modo determinante per tutto il Vecchio Continente. Si respirà la normalità di due uomini che si tengono per mano mentre attraversano la strada, di tante persone che navigano liberamente in internet nei caffè, di una discoteca che sospende la musica perchè due persone hanno iniziato a menare le mani così che tutti possano fischiarli e farli smettere imbarazzati, di taxi senza extra notturni, di cartacce in giro nemmeno a cercarle con la lanterna.

Il monumento divenuto simbolo di una città, a voler essere pignoli c'è, ed è il triste muro di cemento che ha diviso in due la città dal 1961 al 1989, simbolo della Guerra Fredda tra Urss e Usa e che oggi Berlino ti vende un po' ovunque come Venezia fa con le gondole. Girando per la città è un continuo finire nella metà comunista e in quella alleata. Lo si capisce dagli omini verdi e rossi dei semafori: quelli DDR hanno un largo e buffo cappello e quando sono fermi allargano le braccia. Quando si attraversa il muro per terra c'è il solco del suo tracciato con una targhetta e passeggiando per Berlino capita di vederlo di continuo, come qui in Potsdamer Platz, un posto che fino a vent'anni fa nemmeno c'era. Le gambe di Marina sono nella Berlino Est o in quella Ovest? Vallo a sapere.

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Il simbolo della città è un simpatico orsacchiotto in posizione eretta con le braccia alzate (la versione più bella trovata era in bronzo e stava sull'autostrada ma immagino ve la siate persa perchè ormai chi ci va più in macchina a Berlino oltre al sottoscritto?) e ricorre un po' ovunque, specialmente nei negozietti di souvenir, insieme all'omino del semaforo, il muro e il Checkpoint Charlie (you're leaving the american sector...). Questo tutto dipinto in posizione a terra, stava proprio vicino al Checkpoint in una zona a mio avviso molto bella.

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Proprio a fianco c'era una vecchia Trabant, le macchine della Germania comunista, semplici e indistruttibili. Ce ne sono parecchie ancora in giro, guidate da qualche irriducibile nostalgico, oppure come in questo caso perchè servono a reclamizzare un tour in Trabant di Berlino. Ovviamente ci sono anche modellini un po' ovunque da portare a casa, e poi graffiti che la ritraggono, magliette e tanto altro. In un negozietto di roba di design il sottoscritto si è aggiudicato un tappetino del mouse con la Trabant stilizzata e giuro, è l'unica cosa Berlin-related che ho preso, anche se l'orsetto era davvero, davvero simpatico.

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Il centro di Berlino si gira a piedi facilmente ma capita di dover prendere la metro per raggiungere qualche zona più esterna. Costa un sacco (2,10 euro una corsa, 6 euro il giornaliero) quindi pensateci bene. Noi dopo aver fatto un giornaliero il primo giorno abbiamo fatto i portoghesi, con il terrore del rigore e dei controlli tedeschi che per fortuna non ci sono stati. Quando si scende in metro non è come a Milano o a Roma che devi fare mille cunicoli e camminare molto: scendi le scale e c'è subito il binario bello pronto. Niente tornelli o altri orpelli fatta eccezione per qualche venditore di prodotti da forno e currywurst, i wurstel con il curry tipici di Berlino che la gente mangia ovunque ad ogni ora. Le fermate sono una diversa dall'altra e le scritte sono elegantissime se non in certi casi dei piccoli capolavori artistici o retrò. Questa è Friedrichstrasse, e sembra una sala di un museo, tanto è bianca e pulita, minimale e tutto fuorchè una fermata della metro.

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Sempre a proposito di pezzi di storia e orrori da ricordare perchè siano di monito, lungo Unter den Linden, la monumentale arteria che parte dalla porta di Brandeburgo , in Bebelplatz, c'è un buco nel pavimento sotto al quale si vede una stanza tutta bianca con degli scaffali di una libreria completamente bianca vuota. Di notte è illuminata e fa un certo effetto. Il monumento ricorda il rogo dei libri ritenuti pericolosi da parte dei nazisti avvenuto proprio qui.

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Di locandine adorabili, grafiche eleganti e moderne, e caratteri interessanti girando per Berlino se ne vedono a bizzeffe. Sopra a tutti c'è Helvetica Neue dovunque e Futura come se piovesse, ma le cose più eleganti sono le insegne delle strade, oltre alle già citate metropolitane. Questo edificio invece è dalle parti di Prenzlauer Berg e ha una scritta sull'edificio che più crucca non si può. Adorabile.

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Sempre da quelle parti c'è un caffè tra i tanti, il Sankt Oberholz, che ho scoperto solo al mio ritorno essere celeberrimo e tra i migliori della città, e nel quale siamo entrati per puro caso, dove si mangia dell'ottimo cibo biologico e si naviga liberamente in rete grazie alla rete wifi liberamente utilizzabile. Il locale è diventato punto di riferimento di tanti giovani artisti e creativi nonchè vero e proprio ufficio volante per molti berlinesi che si portano appunti, tesi, progetti e organizzano riunioni davanti ad una tazza di caffè. Ci sono pure delle stanze in affitto per passare la notte, e una piccola casa editrice annessa al locale.

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Spostandoci nella stessa zona verso ovest un paio di isolati dopo c'è il centro sociale Tacheles, un palazzone enorme di 4 o 5 piani completamente graffitato in ogni sua parte, ed occupato da artisti di ogni tipo. Ospita esposizioni più o meno permanenti delle loro opere, un paio di bar con divani e birre ad ottimo prezzo e stanze con installazioni curiose o dove si improvvisano jam session di personaggi strani. Questo signore un po' fatto suonava male la batteria insieme ad un altro scoppiato che pizzicava un paio di corde su una chitarra e un tastierista con un Moog acceso davanti che però chiacchierava con una ragazza di una volta. All'ingresso della stanza chiedevano pure un euro per entrare a sentirli ma mi sono limitato a fare una foto di nascosto.

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Berlino è la capitale della techno, e se vi piace questo genere di musica potreste trovarvi con l'imbarazzo della scelta su dove andare a ballare. A volte nascono feste spontanee o più o meno organizzate sulla rete, degli instant mob di ragazzi nei posti più casuali e alternativi di una città che non dorme mai. Queste persone sotto il ponte di Kreuzberg radunate ad un party brandizzato RedBull ballano della minimal, una specie di elettronica con suonini sintetici stupidi e poco invasivi, robe che negli anni novanta avremmo definito suonerie, e negli ottanta suoni dell'Atari. Verso le 4 e mezza la festa è finita nell'ordine più assoluto: tutte le bottiglie di birra e di redbull erano state accatastate in un angolo a formare un cimitero ordinatissimo, pronte per essere portate via e senza per nulla deturpare la zona del ponte. Queste cose da noi semplicemente non succederanno mai. Ci manca l'ordine e il rigore dei berlinesi, o forse ci manca la tecno, o i ponti.

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La cosa più strana che abbiamo visto sono stati dei ragazzi che si esibivano davanti ai semafori. Durante la sosta delle auto per il rosso imbastivano uno spettacolino circense a base di clave, e acrobazie sul trespolo, rimettevano via, facevano l'inchino e passavano pure a chiedere l'elemosina tra le macchine incredule. Geniali. Specialmente perchè lo facevano pure sotto la pioggia. E seppure non raccattassero neanche un euro come qui da noi gli zingarelli ai semafori, almeno un sorriso erano capaci di strapparlo vista la giornata grigia.

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Buffet

Le migliori foto di LondraNote sparse su alcune cose curiose
trovate a Londra

Le migliori foto di Berlino Do not walk outside this area:
le foto di Berlino

Ciccsoft Resiste!Anche voi lo leggete:
guardate le vostre foto

Lost finale serie stagione 6Il vuoto dentro lontani dall'Isola:
Previously, on Lost

I migliori album degli anni ZeroL'inutile sondaggio:
i migliori album degli anni Zero

Camera Ciccsoft

Si comincia!

Spot

Vieni a ballare in Abruzzo

Fornace musicante

Cocapera: e sei protagonista

Dicono di noi

Più simpatico di uno scivolone della Regina Madre, più divertente di una rissa al pub. Thank you, Ciccsoft!
(The Times)

Una lieta sorpresa dal paese delle zanzare e della nebbia fitta. Con Ciccsoft L'Italia riacquista un posto di primo piano nell'Europa dei Grandi.
(Frankfurter Zeitung)

Il nuovo che avanza nel mondo dei blog, nonostante noi non ci abbiamo mai capito nulla.
(La Repubblica)

Quando li abbiamo visti davanti al nostro portone in Via Solferino, capimmo subito che sarebbero andati lontano. Poi infatti sono entrati.
(Il Corriere della Sera)

L'abbiam capito subito che di sport non capiscono una borsa, anzi un borsone. Meno male che non gli abbiamo aperto la porta!
(La Gazzetta dello Sport)

Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
(Il Giornale)

Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
(La Nuova Ferrara)

Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

Cagnazz è il Mickey Mouse dell'era moderna e le tavole dei Neuroni, arte pura.
Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
(Diario)

Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
(Ciak)

Scandalo! Nemmeno Selvaggia Lucarelli ha osato tanto!
(Novella duemila)

Indovinello
Sarebbe pur'esso un bel sito
da tanti ragazzi scavato
parecchio ci avevan trovato
dei resti di un tempo passato.
(La Settimana Enigmistica)

Troppo lento all'accensione. Però poi merita. Maial se merita!
(Elaborare)

I fighetti del pc della nostra generazione. Ma si bruceranno presto come tutti gli altri. Oh yes!
(Rolling Stone)

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