Archive for the 'Sport' Category

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I am a tchouker, and you?

Da ieri la nazionale italiana di Tchoukball è in Taiwan per tenere alto l'onore dei nostri colori al Warm-Up Game che si terrà tra il 9 e l'11 Novembre.
Il torneo servirà per tastare il polso delle avversarie in vista dei mondiali del 2009 (all'interno dei World Games).

Quindi mi raccomando, tutti sul sito ufficiale della federazione e su Youtchouk a tifare Italia!

Fergy, Fergna, Edo e Dolzo, non deludete i vostri concittadini, siamo tutti con voi!

Lo scalino

Troncon festeggia la meta italianaLa sensazione che il rugby italiano non ce l'avrebbe fatta ad entrare tra i primi 8 al mondo è sopraggiunta quando un individuo tozzo e sogghignante, indicando lo schermo fa notare all'amico seduto in sala a trepidare per Scozia-Italia: "Ma cosa stai guardando, guarda che non è mica calcio questo!"
Peccato, perchè per la cosidetta "crescita del movimento" una vittoria decisiva ai Mondiali sarebbe stato lo scalino (scalone) necessario da salire. Invece ci si ferma a qualche vittoria, quando capita, nel Sei Nazioni, contro avversarie alla nostra portata. Difficilmente gli italiani si appassionano a sport che non vincono le partite volàno, quelle che fanno poi scattare orgoglio e spirito di emulazione. Così il rugby italiano rischia di rimanere ambiguamente a metà strada tra sport di nicchia e sport di massa. Con il calcio-totem, in Italia la deriva per chi non sfonda è un'ipotesi abbastanza plausibile.

Peccato, soprattutto perchè per appassionarsi davvero a questo incredibile sport, basterebbe guardare la faccia di Troncon e compagni durante tutti i momenti della partita. Si va in meta anche così.

Senza pesi, senza misure

Ron DennisPer inquadrare lo spirito della sentenza sul caso Spy Story, è sufficiente fare un parallelo con il caso Calciopoli dell'anno scorso. Semplificando, è come se la FIA avesse adottato lo stesso metro di giudizio che molti tifosi juventini si affannavano ad usare per salvare la Juventus dalle pene dell'Inferno.
Se fosse stata la FIA a giudicare Moggi e soci, si sarebbe arrivati a una sentenza simile: "Ok, la Juventus intratteneva rapporti privilegiati con arbitri e federazione, ma questo non prova che le partite siano poi state effettivamente falsate, nè ci sono gli strumenti per dimostrarlo. Quindi, non possiamo punirla".

La verità è che del marcio, sia in quel caso che oggi con la McLaren, c'è, ma la Formula 1 è guidata da tipi alla Ecclestone, veri e propri squali che rispettano religiosamente il mercato, le televisioni e soprattutto la garanzia che lo "spettacolo" in pista (che poi i gran premi siano ottimi sonniferi è un altro discorso) venga preservato da fattori esterni. Loro non possono permettere (e tollerare) un campionato mutilato con una delle due pretendenti al titolo escluse: non è questo che vorrebbero i tifosi addormentati sul divano, sia mai che si sveglino, no?

La notte del nove luglio duemilasei

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La notte del 9 luglio 2006 la ricorderemo per sempre, noi generazione di Sconfitti, quando avremo il compito di raccontare ai nostri nipoti che c'eravamo, abbiamo assistito, abbiamo gioito, in quella notte mondiale di Berlino dove il cielo era azzurro anche se erano le undici passate e si cantava l'inno a squarciagola. La ricorderemo per sempre come forse la nostra notte più cara e dolce, dove il Fato ci ha viziato con un delitto perfetto servito ai fratelli d'oltralpe, nemici-amici di sempre, nel modo più beffardo e ingiusto come solo i calci di rigore sanno essere. La ricorderemo perchè una festa così, noi nati dopo il 1982, non l'avevamo mai vista, una sensazione così non l'avevamo mai assaporata e ogni urlo era insufficiente per poter farci capire, per comunicare al mondo cosa si provava ad essere finalmente Campioni del Mondo.
Di quella notte ricorderemo l'esultanza dei nostri sul campo, la testata di Zidane a Materazzi (se non fosse per il risvolto eticamente negativo, una pagina gustosa del calcio mondiale), il rigore di Fabio Grosso, emblema del torneo come in passato Baggio, Schillaci, Rossi. DI quella notte ricorderemo il mal di pancia per il gol subito, poi la gioia del pareggio, poi di nuovo l'angoscia per quella lotteria a noi tristemente nota. Ricorderemo il degno coronamento di un mese di tifo appassionato, di taverne, bandiere, festeggiamenti in giro per la città, striscioni, magliette dello stesso colore, birre ghiacciate, pizze da asporto, divani stracolmi e abbracci, lacrime, fratellanza. Uniti sotto quell'unica bandiera per un mese siamo stati tutti distratti dall'evento dimenticando i problemi, i litigi, le divergenze d'opinione. Per un mese siamo stati Italiani, e ne siamo andati fieri come non succedeva da parecchio tempo. Ricorderemo Lippi come un Papa, fino a quel momento capace di vincere con la sola Juventus e invece abile nel compattare come il cemento una squadra che non ci credeva nemmeno lontanamente, travolta dagli echi di Calciopoli. Ricorderemo il popopopooo, sky e la rai, la prima volta di Civoli e Mazzola alla faccia di Bruno Pizzul perdente, le clip mondiali, le prime pagine della Gazzetta e quell'urlo, Mio Dio!, quei volti che gridavano ehi guardateci, ce l'abbiamo fatta. Abbiamo vinto per davvero, non ci possiamo credere.
Tutto vero. Per una notte almeno, un anno fa, è stato tutto vero. L'oblio di qualche giorno, forse troppo pochi, prima di ripiombare nell'Italietta di sempre con i suoi crucci e i suoi clichè. Il 9 luglio dovrebbe diventare festa nazionale, in un paese pallonaro che vive di emozioni quando un branco di invorniti tira calci ad una palla rotonda in uno stadio ricolmo di gente.

Un’altra finale è possibile

Un santino, a mo' di promemoria. E chissà che il miracolo non si ripeta anche stasera.


Intervallo di Milan Liverpool
26.05.2005

Caduto in basso

Ivan Basso confessaLa cattiva notizia è quasi presentata come buona notizia. Ivan Basso, il più forte ciclista italiano, ha ammesso che sì, effettivamente è compromesso nella famigerata inchiesta sul medico spagnolo Fuentes, quest'ultimo particolarmente ghiotto di globuli rossi di sportivi. Il sangue del più forte ciclista italiano veniva mandato a svernare in Spagna, ma la vera notizia non è tanto il coinvolgimento di Basso in pratiche dopanti, quanto l'ammissione di colpa. Sta tutto in questo scarto l'evidenza di quanto il ciclismo sia ormai affondato nelle paludi del doping: il vero scoop non consiste nel beccare il ciclista con le mani nella marmellata (tale è la consistenza del sangue dei corridori, peraltro), quanto l'onestà di una confessione. Seppure tardiva e, soprattutto, costretta, l'ammissione di Basso merita fiducia. Concordo con Farfintadiesseresani, quindi, che non solo non abbandona Ivan, ma rilancia:

Questo blog, in ottemperanza al dettato del presidente federale, della propria coscienza (oddìo, il blog ha una coscienza? Diciamo "della coscienza del suo autore") e degli dèi del ciclismo calmo continua, inesorabilmente e ora più che mai, a tifare Basso.

D'accordissimo, ma non sui tempi. Tornare da 2 ore di pedalata sull'argine del Grande Fiume, dopo aver assaporato la fatica della bici e il sole negli occhi, e leggere che il tuo ciclista prediletto ti ha ingannato (come fece il suo predecessore nel tifo), fa girare non solo la ruota della bicicletta. Tornerò a tifare Basso tra due anni, smaltita la retorica delusione, per applaudire nuove, vere vittorie di Ivan, tra le macerie di uno sport ormai cortocircuitato.

Campetto Draft

Chi di voi è stato, da ragazzino, al campetto, ricorderà nitidamente il momento in cui due capitani facevano le squadre per la classica partita di calcio. Tutti sappiamo come vengono scelte le persone in tali occasioni, dato che il metodo ricorda molto il draft dell'NBA: dal più forte al più scarso.
Chi viene chiamato per primo (o al massimo secondo) può essere inserito in una ipotetica prima fascia, chi viene preso subito dopo fa parte della seconda fascia mentre le ultime rimaste della terza.


I ragazzi della prima fascia sono sicuramente i più bravi, ma oltre a potersi bullare guardando con occhio corvino chi si ritroveranno in squadra, devono iniziare un personale cammino psicologico di responsabilizzazione: chi ha usato la prima chiamata su di loro si aspetta molto e non può essere certamente deluso, pena la retrocessione in seconda fascia. Seconda fascia, dicevo, in cui io facevo stabilmente parte: è un limbo in cui il destino dei componenti è in mano a loro stessi, che possono cambiarlo drasticamente con una buona prestazione o essere spediti nel baratro con una pessima partita. Va detto che anche qui la situazione psicologica non è delle migliori. E poi viene la terza fascia, quella delle persone che nessuno vorrebbe nella propria squadra. Se i partecipanti alla partita sono in numero dispari, si può stare certi che l'elemento extra nella squadra più numerosa sarà il brocco della situazione. La motivazione di queste persone, superato lo shock da ultima scelta, è però alle stelle: peggio di così non può andare, quindi possono godersi appieno lo spirito ludico della partita. Inoltre (ed è qui che volevo arrivare con questa breve introduzione) hanno una certezza matematica: non andranno mai in porta; questo perché sarebbero giustificati a non fare nulla per evitare i goal avversari, essendo stati presi per ultimi e quindi consapevoli di essere considerati scarsi.

Ecco, qui mi soffermo per chiedervi: perché il Milan ha un tipo da terza fascia netta e lo mette in porta?!

p.s.: dico queste cose alla vigilia del partitone giusto per mettere le mani avanti (cosa che Dida non fa mai, dato che con le mani si copre la faccia dalle pallonate).

Pulizie di primavera

Ferrara, provincia di Milano

L’Italia nel pallone

Ma che belle immagini che ci arrivano dall’Olimpico. Decreto sulla sicurezza? Confesso che mi viene da ridere. Il problema non è semplice, ma mi piacerebbe iniziare a elencare gli aspetti assurdi di questa faccenda:

L’assenza della politica: è ormai evidente come non si possa lasciare la soluzione del problema a Polizia e Tifosi. Il linguaggio di questi due attori infatti è “limitato”. Le forze di Polizia non possono prendersi in carico il problema delle tifoserie violente perchè l’unica sintassi che conoscono è quella del manganello. Le Tifoserie, anche loro, fanno quello che sanno, cioè si incazzano, insultano e menano le mani. Il corto circuito tra questi due attori è noto, e alla lunga provoca lutti. Decreto Sicurezza sugli Stadi? Lascio in sospeso il giudizio, vediamo che ha combinato la Melandri insieme ad Amato..

L’assenza della legge: tifosi contusi, medicati ai policlinici e poi rilasciati. Tifosi arrestati che sono liberati subito dopo. Tifosi fotografati che non sono perseguiti (o raramente). Tifosi minorenni incensurati. Tifosi collusi con le istituzioni sportive che ricevono benefit. Capetti delinquenti, estersori e violenti. Il conto è presto fatto del resto: centinaia di tifosi che trasformano gli stadi e le città in campi di battaglia e appena qualche nome che finisce in gattabuia. Tutti bravi ragazzi di periferia, naturalmente. E qui ci metto del mio: piantiamola con “la questione sociale”. Chi sbaglia paga (proporzionatamente) e l’esempio serva di lezione: la violenza è male. Il rispetto della legge è bene.


L’assenza di cultura sportiva: nelle nostre scuole lo sport è perfino meno importante dell’ora di religione (che abolirei), cosa che provoca un fiorire di attività sportive “private” (naturalmente a carico delle famiglie) delle quali lo Stato ovviamente si disinteressa. Naturalmente il Calcio la fa da padrone e nelle migliaia di pseudo-associazioni calcistiche frequentate dai ragazzini, sparse per l’Italia, la competitività, l’assenza di cognizioni didattiche, il fognino, la violazione delle regole del CONI, l’ignoranza, il coro da stadio in erba negli spogliatoi, e l’impreparazione dei cosiddetti dirigenti societari, contribuisce ad affossare l’idea di qualsiasi sana sportività.

I soldi in ballo: risposta semplice: e allora? Permettetemi di dire che me ne frego dei soldi in ballo. Provate a ragionare: sono soldi che vanno ad arricchire la collettività? Vi viene in tasca qualcosa dal movimento di miliardi delle Società Calcistiche, delle Televisioni, dei mediatori farabbutti alla Moggi, delle carriole di soldi al calciatore di turno?
I famosi interessi in gioco. Non sarà venuto il momento che uno straccio di Governo, non importa quale, si preoccupi finalmente degli interessi della collettività, invece che degli interessi di Sky? I soldi in ballo... una volta le partite le vedevate gratis alla televisione. Adesso pagate. Ecco i soldi in ballo. Sveglia please.

E adesso a voi la parola.

State bene. Cyrano.

Ho visto la porta, ho tirato in porta

Alvaro RecobaUn ventenne che esordisce in Serie A, nell'Inter (tua fede calcistica) del Fenomeno Ronaldo, segnando due reti da 30 metri una più bella dell'altra e vincendo letteralmente da solo la prima partita di campionato, forse potrebbe essere un giocatore particolare. Quando, qualche domenica più tardi, col suo piede sinistro disegna una parabola che infilza la rete avversaria da metà campo, ogni dubbio svanisce: no, non è affatto un giocatore particolare. Negli spogliatoi, quel giorno, a chi gli chiedeva conto della prodezza, lui si giustificava così: "Ho visto la porta, ho tirato in porta". Disarmante verità.
Si chiamava Alvaro Recoba, quell'uruguagio con la faccia da cinese, i dentoni e i capelloni ciondolanti per il campo, e normale non seppe mai esserlo. Sono passati 10 anni e Recoba è sempre rimasto all'Inter, l'unico insieme al Capitano J. Zanetti. Ha passato tutte le traversie di questi lunghi e complicati dieci anni nerazzurri, giocando poco e male, mostrando tutto il suo campionario di apatia, incostanza e debolezza fisica. Eppure quando si decideva a giocare, non faceva mai cose banali. Soprattutto, aveva un sinistro della madonna. Così incostante, così capace di abbagliare anche un solo attimo grazie ai suoi improvvisi bagliori balistici, non poteva che diventare il mio giocatore preferito. Sulla maglia di calcetto della squadra del liceo, non esitai a farmi stampare, sopra al mio 21, EL CHINO. Anche dopo anni che ormai non la indosso quasi più (l'usura inizia a sgualcirla...) capita ancora che i miei compagni mi chiamino "Chino!", e io ne sono quasi orgoglioso. Recoba è stato una promessa mancata, una luce in fondo a un tunnel infinito. Un diamante grezzo, di cui nessuno sapeva che farsene perchè inservibile, ma che brillava di una luce imprevista e imprevedibile.

Oggi ha annunciato l'inevitabile partenza da una squadra diventata nel frattempo troppo matura e vincente per un tipo come lui. E' molto emblematico che proprio quando l'Inter inizia a stravincere con forza e ordine, Recoba saluta tutti e se ne va, senza che i tifosi lo rimpiangeranno. Tranne uno, che vedrà partire il suo primo e ultimo idolo calcistico della giovinezza sentendondosi un pò più solo nella sua fede nerazzurra, e incompreso.

Buffet

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Si comincia!

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Cocapera: e sei protagonista

Dicono di noi

Più simpatico di uno scivolone della Regina Madre, più divertente di una rissa al pub. Thank you, Ciccsoft!
(The Times)

Una lieta sorpresa dal paese delle zanzare e della nebbia fitta. Con Ciccsoft L'Italia riacquista un posto di primo piano nell'Europa dei Grandi.
(Frankfurter Zeitung)

Il nuovo che avanza nel mondo dei blog, nonostante noi non ci abbiamo mai capito nulla.
(La Repubblica)

Quando li abbiamo visti davanti al nostro portone in Via Solferino, capimmo subito che sarebbero andati lontano. Poi infatti sono entrati.
(Il Corriere della Sera)

L'abbiam capito subito che di sport non capiscono una borsa, anzi un borsone. Meno male che non gli abbiamo aperto la porta!
(La Gazzetta dello Sport)

Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
(Il Giornale)

Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
(La Nuova Ferrara)

Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

Cagnazz è il Mickey Mouse dell'era moderna e le tavole dei Neuroni, arte pura.
Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
(Diario)

Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
(Ciak)

Scandalo! Nemmeno Selvaggia Lucarelli ha osato tanto!
(Novella duemila)

Indovinello
Sarebbe pur'esso un bel sito
da tanti ragazzi scavato
parecchio ci avevan trovato
dei resti di un tempo passato.
(La Settimana Enigmistica)

Troppo lento all'accensione. Però poi merita. Maial se merita!
(Elaborare)

I fighetti del pc della nostra generazione. Ma si bruceranno presto come tutti gli altri. Oh yes!
(Rolling Stone)

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