- siete in pari con le puntate di Lost della programmazione americana, e cioè avete già visto la sesta puntata della quarta stagione;
- non siete ancora stufi di manifesti elettorali taroccati;
- volete sapere anche voi quello che ora sa Locke;
Version 3.0
E' tutto un equilibrio sopra la follia
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- siete in pari con le puntate di Lost della programmazione americana, e cioè avete già visto la sesta puntata della quarta stagione;
- non siete ancora stufi di manifesti elettorali taroccati;
- volete sapere anche voi quello che ora sa Locke;
Credevamo di aver toccato il fondo e invece ci eravamo solo dimenticati che non c'è limite al peggio. Cosa intendo dire? Decameron è stato sospeso per una battuta su Giuliano Ferrara e il tutto è stato comunicato a Luttazzi tramite un misero sms. Insomma la comunicazione si evolve, l'intelligenza no. Una volta erano i politici a censurare la satira, ora possono farlo anche i leccapiedi. Due domande: sarà questo il fondo? Perchè Benigni se l'e -giustamente- presa con Ferrara in prima serata e non ha subito alcuna ritorsione? Meditate gente, meditate.
Grazie a Faucet, che sopperisce alle carenze della mia tivvù (ampia scelta tra rai uno e canale 5), ho potuto vedere la puntata di venerdì scorso delle Invasioni barbariche. Indimenticabile.
Primo ospite: Luciano Moggi. Lucianone è in tour promozionale del suo libro "Un calcio nel cuore" (nel cuore, eh?) (edito da Tea) (se vi stavate chiedendo chi ha avuto il coraggio di farlo) in cui cerca di rivalutare la sua immagine. Il risultato è quello di far sembrare meno cattivi anche i grandi dittatori del novecento. La Bignardi si è un po' risentita quando Moggi si è offerto di farle vedere fuori onda come riusciva a telefonare e pisciare nello stesso momento.
Secondo ospite: Lilli Gruber. Nell'occasione in posizione eretta. Presenta il suo nuovo libro "Figlie dell'Islam" (edito da Tea) (sto scherzando), dove racconta della difficile situazione delle donne nell'Islam moderno. Situazione complicata. Donne coraggiose che sotto il burka riescono a sopportare il fatto che i loro uomini facessero linguino alla Gruber.
Terzo ospite: Folco Terzani. Figlio di Tiziano. Come dire? Illuminante. Troppo buono e troppo ascetico per questo mondo. Soprattutto dopo aver visto Luciano Moggi. A un certo punto la Bignardi gli ha chiesto se vorrà essere ricordato come santo. A lui non dispiacerebbe ma si rammarica di non aver devoluto il compenso di una sua apparizione in beneficenza. Era apparso alla Madonna.
Quarto ospite: il professor Antonio Pinna, trapiantologo. Sull'onda del successo del Dottor House, viene trasmesso un filmato dove il dottore insolentisce i suoi collaboratori ("Tu non puoi fare questa cosa! Tu non sai neanche allacciarti le scarpe, per questo porti le sneakers col velcro") ("I casi sono due: o non scopi o scopi troppo") e consola i suoi pazienti. Al di là che al massimo il professor Pinna assomiglia a quello che si è inghiottito il dottor House, vedere lo sguardo di una sua ex paziente fa capire che persona speciale sia. Sarà che dopo Moggi sembrano tutti un po' dei santi.
Ed infine... Paola Barale e Raz Degan. In realtà intervista inutile. A meno che non vi interessi vedere com'erano Sandra e Raimondo da giovani. E sapere a che ora si alza al mattino la Barale. E dei suoi cani. A me sembrano tutte cose interessanti e li ho ascoltati. Ma soprattutto sono serviti a rivalutare la figura di Luciano Moggi.
(A un tavolo lunghissimo sono sedute due persone calve)
- Il caso è serio.
- Certo ma…
- Niente ma. Il caso è serio.
- Tu che ne pensi?
- Di culo...
- Sì ma di culo come?
- Che vuol dire "di culo come"?
- Vuol dire "di culo come". Vuol dire questo. Significa: come lo dobbiamo inquadrare questo culo?
- E appunto! Un culo come vuoi che si inquadri? Di culo! Le fai girare, metti un videowall, non lo so!
- Non funziona...
- Cosa non funziona?
- Il videowall...
- Per Dio, era tanto per dire. Un videowall per inquadrare il culo. Le fai girare, fai venire la giuria... Un modo si trova...
- Te l'immagini?
- Cosa?
- Mike che fa girare 45 miss di culo?
- ...
- Diventa comico... E noi non vogliamo l'effetto comico.
- E quindi?
- ...
- ...
- Non lo so... Serve un'idea.
- Siamo qui apposta.
- Sì ma serve un'idea per la stesura della prossima scaletta, vale a dire entro questa sera...
- Merda...
- Già.
- Che dice il Direttore?
- Che vuoi che dica...
- Che dice?
- Niente dice. Come sempre. Sta di là a farsi i bigodini o quello che cazzo fa tutte quelle ore in sala trucco…
- Merda.
- ...
- Potremmo...
- Cosa?
- No, niente.
- Dimmi.
(Fuori, intanto, crolla a terra un uomo. Un laureato suicida dal settimo piano: non ne poteva più di un contratto a tempo determinato da 650 euro lordi)
- Pensavo che potremmo demandare la cosa alla Goggi. Sai com'è: una donna che chiede ad altre donne di mostrare il culo agli spettatori sembrerà meno maschilista...
- ...
- Che te ne pare?
- E' una stronzata...
- Perché?!
- Perché è una cazzata! Mike non accetterà mai. Non dopo quello che è successo...
- ...
- Ci mancava solo la soubrette isterica in diretta...
- Dai, la Goggi non è una soubrette.
- Quello che è... Ha firmato un contratto da...
- Se la chiami soubrette fai il gioco della sua polemica, no? S'è sentita insultata proprio perché Mike l'ha trattata da soubrette...
- E invece cos'è?
- Chi?
- La Goggi!
- Ebbè, la Goggi, dai, è una che ha fatto carriera in televisione, è una che ha lavorato con... Come si chiama... E pure quell'altro lì... Una delle prime donne a fare le imitazioni in scena... Insomma, la Goggi non...
- Dai...
- Ad ogni modo...
- Già...
- Come si risolve la questione?
(S'ode uno sparo in lontananza: un pensionato non ha sopportato che Mastella abbia potuto acquistare un intero palazzo al centro di Roma a 800mila euro, mentre lui dovrebbe pagare 750 euro mensili di affitto per un bilocale da 45 mq in periferia)
- Te l'immagini il Moige da domani sera? Già hanno rotto i coglioni...
- Eh...
- Far girare le miss di Culo...
- ... Dobbiamo trovare un modo per...
- ... Ce ne diranno di tutti i colori...
- ... E se le facessimo girare di culo, però più vestite? Semmai in jeans? Anche la Cassazione ha detto che se c'è il jeans non è violenza. Quindi figurati se...
- ... E il maschilismo, e il femminismo, e le quota rose e le pari opportunità...
- .. Potrebbe sembrare meno... Meno... Come dire...
- ... Vedrai se non tireranno fuori le statistiche sulle violenze sulle donne... Lo fanno sempre. Tirano sempre fuori quelle cazzo di statistiche...
- Se il problema è il rapporto Mike-Loretta, sbattiamocene le palle... Siamo noi gli autori, in fondo... O no? Facciamo fare alla Goggi e...
- ... Come se le Miss concorressero per diventare donatrici di organi. O giudici di pace... E' o non è un concorso di bellezza? E allora fuori il culo, perdio. Lo dice anche Tinto Brass...
- ... Cerchiamo di centrare il problema...
- E qual è il problema?
(I due si spazientiscono non appena dalla finestra trapela puzza di gas. E' quello utilizzato da un insegnante che dopo 8 anni non riesce ancora a diventare di ruolo. La finestra viene chiusa)
- Il problema, seguimi adesso, il problema non è il culo o il non culo. Il problema è come farlo vedere senza che questo sembri maschilista, volgare, offensivo o altre menate.
- ...
- Allora. Se dare la responsabilità alla conduttrice femminile non funziona, allora potrebbe essere tutta questione di inquadratura...
- Di inquadratura?
- Di inquadratura!
- Come di inquadratura?
- Tipo: un culo in primo piano cos'è? È volgare? È maschilista? Va bene. E una panoramica, invece? Un totale su una decina di culi tutti insieme? Cos'è questo? Potrebbe sembrare meno volgare?
(All'improvviso un grande fracasso. Niente di grave: è solo la macchina di un parlamentare che procedeva da oltre un chilometro contromano. Stavolta è andata male è l'infrazione è costata la vita a una famiglia di quattro persone. Lui, il parlamentare, ovviamente sta bene e ha chiamato un'ambulanza col telefono "aziendale". L'ambulanza è già arrivata)
- Potrebbe sembrarlo, ma è volgare lo stesso...
- E qui casca l'asino! Perché a noi non interessa! Se non sembra volgare, allora non è volgare! C'è appeso questo cartello, no, nell'ufficio del Direttore? O non c'è appeso? E sotto c'è una tavola di Milo Manara che richiama alla masturbazione femminile. Allora facciamo così!
- Facciamo masturbare le miss?
- Lo facciamo sembrare meno volgare, anche se in realtà lo è tantissimo!
- Quindi?
- Quindi inquadriamo i culi delle cazzo di Miss quando escono dalla scena, vestite in bikini o quello che è. Loro escono di spalle e noi facciamo vedere i giurati che prendono appunti... Si soffermano LORO sui culi delle miss, non noi. Noi facciamo solo capire che LORO si stanno soffermando sui culi delle miss.
- Prendono appunti sui culi delle miss?
- Massì! Funzionerà. Niente primi piani: faccio stampare subito i meme per i cameraman e poi vado dal regista.
- E' un po' macchinoso...
- Senti: o così o lo facciamo fare alla Goggi...
- Per carità. A Mike gli prende l'ictus.
(Un altro corpo precipita a terra. Stavolta è un operaio senza casco. Il suo lavoro non era considerato affatto usurante dallo Stato. Invece il barbiere del Parlamento sì. C'è una copia aperta del giornale su un tavolo e si legge che il barbiere del Parlamento è stato inserito nella categoria dei lavori usuranti – notizia vera ndr)
- Allora siamo d'accordo. Culi sì, ma non in primo piano.
- Benissimo.
- Ti vedo dubbioso...
- No, è che...
- Cosa?
- Mah... A me 'sti culi mi piacevano.
- Tanto te li becchi quanti ne vuoi in camerino. Dal vivo. Non è meglio?
- Massì.
- E allora?
- Niente. Però facciamo vincere la 256.
- Siamo già d'accordo, mi pare.
- La 256 è stupenda.
- ...
- Cosa?
- L'hai vista struccata?
- No.
- E' sputata a Mike Bongiorno.
- ...
- ...
- Ok, passiamo al prossimo ordine del giorno.
- Qual è?
- Nella puntata di Porta a Porta dedicata all'arresto di Alberto Stasi, la bicicletta ci deve essere nello studio o non ci deve essere?
(Il sole si oscura per l'ultima volta: stavolta è un giornalista precario, perfino in regola con l'Irpef. Ha appena saputo che l'ex calciatore Coco ha percepito 1 m i l i o n e d i e u r o per partecipare all'Isola dei Famosi)
Qualcuno di Mediaset e Rai abbia il coraggio di venire qui e spiegarmi perché ogni sacrosanto anno trasmettono film come Pretty Woman e Ghost e invece i capolavori o non passano mai (come in questo caso) o vengono relegati alla terza serata anche se in prima visione assoluta (cito come esempi Magnolia e Eyes Wide Shut, che sono assolutamente da vedere nonostante l'ingombrante presenza di Tom Cruise).
Qualche anima benemerita ha escogitato il modo di liberare lo spazio sotto al televisore destinato abitualmente al videoregistratore. Faucet è il sito, scarno quanto essenziale, che rende virtualmente inutili tutti i costosi lettori dvd-recorder che tentano di propinarci: la fusione perfetta tra il "dinosauro" televisore e il giovine e rampante web.
(Grazie a Corso Sempione 50 che ci ha illuminato)
12 apr 10:14 Rai: Cappon, "Limitare compensi frena campo d'azione"
ROMA - "Limitare i compensi agli artisti non moralizza, significa soltanto limitare il campo d'azione della Rai". Lo ha detto il direttore generale di Viale Mazzini, Claudio Cappon. Con una metafora calcistica Cappon ha spiegato: "A parte il caso pietoso di quanto accaduto alla Roma, e lo dico da tifoso romanista, non puoi vincere il campionato di serie A con lo stipendio da statali. Non e' pensabile che una squadra possa essere la prima retribuendoli con 100 mila euro all'anno". (Agr) -
Ovviamente è proprio qui che Cappon rivela la sua concezione di servizio pubblico, tanto per cominciare con l’appello al sano realismo che considera centomila euro l’anno come noccioline. Ma sorvoliamo. Concezione vecchia, dicevo: come quella dei suoi predecessori. Per Cappon la RAI deve essere competitiva (con Mediaset e altri). Per poterlo essere, deve attrarre pubblicità. Per attrarre pubblicità deve livellare verso il basso, cioè fare programmazione di massa. E naturalmente le galline dalle uova d’oro, quelle che ti mettono a sedere di fronte alla TV miliardi di italiani, costano parecchio. Quindi, a parte la solita pietosa, noiosa, scontata e offensiva metafora calcistica, Cappon si sdraia letteralmente su un paradigma che come minimo abbiamo già visto, e che nella migliore delle ipotesi ha contribuito a rendere il servizio pubblico la stessa fogna culturale della programmazione Mediaset. Qualche ipotesi invece che sparare sempre e solo a zero? Vediamole:
Triste (ma normale) notare invece che Cappon, come tutti gli altri (metafora calcistica compresa) non hanno la minima idea di quello che dovrebbe, da oggi, essere considerato un servizio pubblico. Meglio puntare sui tifosi di Totti e di Baudo e perdere l’ennesimo treno per le riforme. E torniamo ai costi di Cappon allora, e rendiamoci conto per esempio che il Digitale Terrestre, al di là delle polemiche sulla sua modalità di introduzione (vedi Decoder e l’escamotage ideato da Berlusconi per annacquare il principio di predominanza delle reti Mediaset) ospita al suo interno programmi estremamente interessanti, e spesso di qualità. Questo è facilmente spiegabile perchè nel DT Cappon non spreca soldi pubblici per il nazional-popolare, ma li impiega per dare lavoro a giovani professionisti (spesso donne) che in questa riserva indiana tanto disprezzata, trovano l’opportunità di fare molto bene il loro mestiere, protetti dall’ingerenza dei soliti soloni, dei politici, degli sponsor e di quel soffitto di cristallo che sembra impossibile da spezzare. Mi pare di vederlo Cappon o chi per lui, alle prese con quattro nuove reti sul DT: e adesso chi ci metto a lavorare? E come li pago visto che devo comprare i gerani della riviera dei fiori? Ma come succede sempre in Italia, basta creare una zona franca, fuori dalla portata degli imbecilli, per renderla colma di persone in gamba e piene di forza di volontà. Fino all’arrivo dell’auditel naturalmente, che ci griderà: c’è vita là fuori, al di là delle partite di Totti, delle commedie di Eduardo (quando va bene), dei reality show e di Bruno Vespa.
Fossi in quelli dell’Amaro Montenegro cambierei pubblicità.
Sono anni che usano lo slogan del sapore vero e un paio di tristissimi spot.
Alla Montenegro sanno che il target è costituito da uomini tradizionali e quindi pensano che la pubblicità con l’aeroplano e i rudi quarantenni soddisfi chissà quale prepotente bisogno maschile. L’equazione è presto fatta, perché in Italia non occorre essere sofisticati, sempre per quel moderno principio che vede nello stomaco l’organo ricettivo per eccellenza, invece che il cervello. Dunque l’amaro lo bevono gli uomini e bisogna fare una pubblicità per uomini. Nello stesso tempo (mi par di vederli nelle stanzette del marketing), occorre alzare il livello di percezione del prodotto (vedi Sambuca), puntare a un target più sofisticato di quello dell’osteria del paese, frequentata dai cacciatori della domenica. E allora puntano al “machismo illuminato” di Salvatores: quello del gruppo di amici (o del contingente militare), con tanto di cameratismo, sostegno virile e via dicendo. L’amico nel deserto cui si rompe il camion, la missione spericolata, il salvataggio. Intorno al falò, quelle inesistenti figure prototipali, si danno pacche sulle spalle: hanno la barba di una settimana, caldi maglioni e bevono amaro.
L’amaro dal sapore vero è la vulgata sul passato di una volta, dove regnavano le amicizie maschili e spericolate, con tutto il carico di simboli che si portava dietro: lealtà, sprezzo della vita, onore, divertimento senza donne. E così facendo, quei geni del marketing italiota, tagliano fuori il target femminile, polarizzando il conflitto (scherzoso quanto volete, ma presente). La risposta istintiva a una pubblicità del genere, da parte della donna emancipata è tipicamente un vaffanculo. Se i maschietti vogliono sognare il paradiso virile perduto bevendo Montenegro, che facciano! Noi ci beviamo il Kaipiroska o la Sambuca. La reazione della donna dai costumi tradizionali invece è quella di una conferma della naturale esclusione femminile da un consesso virile, divertente e privato (tipo club). Concludendo, niente Montenegro per le donne e questo ve la dice lunga su questa pubblicità.
Puntare a un target che s’identifica con la Virile Rimpatriata secondo me non funziona. Primo per la questione femminile di cui sopra. In secondo luogo perchè gli italiani in grado di pensare realmente in termini di onore e virile lealtà sono veramenti pochi. Inoltre salvarsi reciprocamente nel deserto affascina solamente chi non ha abbastanza cervello (o cultura) per capire l’assurdità dello spot. Metà del target potenziale segato via (quello femminile), mancanza di etica e senso critico del target, ignoranza: questi i muri che si oppongono, valorosi, alla rifocalizzazione del prodotto. Anzi, forse perde pure l’anima precedente: i pochi cacciatori che ancora se lo bevono, tra le brume dell’autunno pavese, rimangono straniti da questa virata giovanile, e forse non la capiscono. Meglio il genepì fatto in casa allora.
Secondo me i markettari della Montenegro s’ammazzano di sigarette e non sanno come far alzare la curva. Dopo anni di cura, durante i quali l’eroe continua a portare il pezzo di ricambio in mezzo a una tempesta del deserto, i nostri decidono di cambiare registro. Nessun italiano capisce il concetto di onore e lealtà? Sostituiamo all’amore per l’altro, l’amore per la roba. E quindi magicamente compare l’anfora, e l’anfora vecchia vale dei soldi. Vogliono spostarsi da un target debole a uno culturalmente più forte? Al divertimento dell’avventura fine a se stessa, sostituiscono l’amore per la cultura. E torniamo all’anfora. E siccome cultura significa cultura classica, l’anfora è perfetta, è la forma pop della cultura classica, che si mischia, nella memoria di chi ha fatto il liceo, alle foto dell’Argan e ai sandaloni di hollywood. Delle donne poi (questa metà del target), ancora una volta, chi se ne frega? Da quando le donne bevono amaro? Meglio un target piccolo ma sicuro (quello dei cacciatori della domenica) che provare a fare il salto nel buio. Non credo che la virata culturale dell’anfora abbia radicalmente cambiato il destino dell’amaro Montenegro. I virili quarantenni sono ancora là, sul piccolo schermo, a sfidare le onde del mare anzichè le dune del deserto. Un triste miscuglio di virilità amicale e pseudo-cultura che si esprime nella razzia di reperti.
O forse invece, tutto sommato, hanno ragione loro e basta mettere l’archetipo dell’uomo virile a fare stronzate per vendere a sufficienza. E non ci sarebbe da stupirsi, perchè quello che manca in questo disgraziato paese, è il coraggio di investire su quella parte di popolazione che pensa: al popolo bisogna parlare con la pancia, quindi via libera all’uso di concetti sofisticati: la gnocca, l’amicizia virile, il calcio, la macchina potente, i soldi. E il recupero avventuroso della brocca.
Ma oltre i confini c’è vita, immaginazione, professionalità, intelligenza e cultura. E non potranno tenerla fuori per sempre, nemmeno quelli della Montenegro.
Cyrano
Caro Claudio Amendola, mi sono chiesto per giorni che cosa ti avesse mai combinato Paris Hilton per farti dire: ''Lo spot con Paris Hilton è stato il lavoro più faticoso della mia carriera. Mi sono imposto ormai da tre mesi di non parlare dell'argomento'' (da tgcom.it del 16/1/2007). Che la ragazza sia un peperino è fuori di dubbio. E' invece poco credibile che un gladiatore come te (o cesarone che dir si voglia) si faccia impepare. Quella tua ritrosia a parlare delle fatiche a cui la Hilton ti avrebbe costretto resta un mistero. Un mistero che potresti svelarci ora che Paris negli spot recita (si fa per dire) senza di te. Certo c'è la possibilità che quei pubblicitari burloni abbiano preso alla lettera il loro slogan; così oltre al danno (le fatiche) avresti pure la beffa (mellio cambiare Amendola con Paris Hilton, no?). Caro Claudio Amendola, ne sono certo. Presto l'effetto Paris svanirà. Tornerà a spopolare dalle sue parti e i videofonini riprenderanno quell'atmosfera all' amatriciana con te come chef. Già ti vedo in canottiera seduto al tavolo della cucina come Alberto Sordi a denigrare il cibo "zozzeria" americano e pronto a pronuciare il nuovo slogan: mejo nun cambià, a-ò!