Ti picchiano con un martello di gommapiuma. I Notwist sono così, delicati, quasi teneri nel loro dondolare avanti e indietro, sempre lo stesso, su qualsiasi ritmo delle canzoni. Ma picchiano, ti maltrattano con mani di fata. Senza farti lividi, senza farti sanguinare: colpi precisi, risoluti, spietatamente teneri.
Ieri sera all'Estragon ho sperimentato nuovamente l'effetto ipnotico dei loro concerti. All'inizio scattavo foto a ripetizione, poi, piano piano, ho smesso, appoggiando il mento sulla macchina fotografica rimasta ferma, muta. C'è stato il finale in salita che non finiva mai di Gloomy Planets, e tante altre perle. E il mio sguardo si è perso nel vuoto. Con i Notwist è così: ti ritrovi a fissare il vuoto, a lasciarti sorridere, commuovere, senza nemmeno rendertene conto.
Le foto del concerto qui: