(Antonio Dipollina, Repubblica)
Come più volte annunciato ai suoi collaboratori questa sera è andato in onda l'ultimo, geniale e raccapricciante al tempo stesso, spot elettorale del Cavaliere. L'asso nella manica per l'ultimo appello televisivo concessogli senza diritto di replica. L'ultimo tentativo di ribaltare l'esito di un voto che secondo i sondaggi appare ormai scontato da mesi per quanto inaffidabili siano queste rilevazioni demoscopiche.
Memore del disastro dell'altra volta quando perdendo di vista il tempo venne bruscamente interrotto, questa volta Silvio si è preparato a puntino. La voce limpida e distesa, sguardo alla telecamera ed ecco di nuovo lo spot personale che va in onda. E' suo l'ultimo intervento: "Aboliremo l'Ici. Avete capito bene, è una scelta coraggiosa ma la dobbiamo fare". Coupe de theatre, in gergo tecnico. Attimo di smarrimento nelle case italiane. I comunisti sobbalzano. I peones del Berlusca sbalordiscono orgasmando. Poi quel dito puntato verso gli elettori: "scegliamo di andare avanti", e quel sorriso bonario e sognante presente nei nostri peggiori incubi dal '93 quando "scese in campo per occuparsi della cosa pubblica".
L'ultimo assalto del re delle televisioni è mediatico. E' giocato sulla capacità comunicativa, sulla forza di un sogno irrealizzabile e di uno slogan populista capace di smuovere le coscienze degli italiani che credono ciecamente a chi sventola sotto il naso proposte allettanti a suon di titoloni. Servirà a qualcosa?
Ecco, a mio modestissimo avviso, la scena andata in onda questa sera è l'ultimo atto di un Re ormai prossimo alla fine. L'ultima spiaggia di un delirio iniziato ormai qualche tempo fa e che lo sta rodendo dentro sempre di più fino a togliergli il lume della ragione. E' parso un grido disperato: "votatemi vi prego, farò qualunque cosa purchè apponiate quella fottuta croce al posto giusto!". Non bastavano i treni gratis, gli stadi, i teatri e il cinema a sbafo per i settantenni. Non era sufficiente il milione di posti di lavoro promesso anni fa e mai mantenuto del tutto. Più figa per tutti? Troppo giovanile e poco opportuno per conquistare i consensi dei cattolici. Pensa che ti ripensa, cos'è che può interessare tutti gli italiani senza distinzioni, affinchè si convincano della bontà del mio programma? La casa, perdinci. Gli italiani son tutti casa e famiglia.
Al diavolo tutto il resto, che importa di programmi e serietà, dei numeri e delle altre promesse. Dimenticate tutto e ascoltatemi ora: avete capito bene. Vi prometto un nuovo sogno italiano, fidatevi di me.
Se tutto ciò dovesse provocare uno spostamento di voti consistente il pareggio elettorale sarebbe un'ipotesi da non scartare, anche se pare palese anche al più ignorante di noi l'inattendibilità di una simile sparata, nonchè il tentativo di volersi giocare l'ultima disperata chance, ammettendo così implicitamente di essere sfavorito allo stato attuale delle cose.
Esistono a questo punto due soluzioni alla vicenda che salvino i nervi dell'elettorato di centrosinistra e ristabiliscano la giustizia sociale in questo paese. Escludendo la prima che prevederebbe l'allestimento di un nuovo Piazzale Loreto o una revolverata stile Kennedy assai improbabile qui in Italia, non resta che il voto, dove si spera la maggioranza degli italiani possa urlare forte il suo VAFFANCULO ad una persona del genere.