Alle mostre meglio andare da soli o in compagnia? E se si va in compagnia si guardano le cose insieme aspettando gli altri o ognuno va per conto proprio secondo il suo passo e i suoi gusti? Allora tanto vale andare da soli?
Se si va insieme poi ci si ferma davanti ai quadri a commentarli a voce alta? Non è che si disturba l'altra gente?
Se si commenta il quadro sostandovi davanti, a che distanza è meglio stare per non disturbare gli altri? Io vorrei vedere da vicino le pennellate di un quadro ma se mi avvicino troppo la gente dietro non vede niente e sbuffa, mi riprende, l'allarme suona e mi riprende, l'addetto auser della sala mi riprende.
Inoltre: da che lato si comincia a visitare una sala? Orario? Antiorario? C'è una regola precisa e sensata che è quella che l'allestimento dovrebbe suggerire (ma spesso non fa)?
Perché non si possono fare foto alle opere senza flash ma si può sostare con un taccuino per venti minuti e disegnare uno schizzo?
Questo mi è venuto in mente visitando ieri la mostra Gli anni folli a Palazzo dei Diamanti a Ferrara, appena in tempo prima della chiusura. Le altre cose che volevo appuntare qui sono che è molto bella seppure come al solito piuttosto corta e gli spazi di Palazzo Diamanti a mio avviso scarsi, che vale la pena andarci nonostante la coda in questi giorni (chiude l'8 gennaio), che ho scoperto un autore che non conoscevo che si chiama Kees van Dongen e mi sono innamorato di un suo quadro che è questo qui, e che dovrei appuntarmi più spesso i nomi degli autori che mi piacciono mentre giro un museo. Un'altra opera bellissima che ho visto non la ritrovo nel sito della mostra ed ora andrà perduta come lacrime eccetera eccetera. Mi è altresì venuto in mente, girando per la mostra, che c'era un altro quadro che mi aveva colpito al Museo di arte contemporanea Filippo De Pisis e non mi ricordo autore né titolo. Toccherà tornarci quanto prima a vedere, se nel mentre chiarisco i dubbi di cui sopra.