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La notizia del nostro presente è fortemente esagerata

Forse non lo sapete, ma in edicola c'è un giornale che viene voglia di comprarlo soltanto 'guardandolo'. E' un mensile, e costa 50 centesimi, la metà di un caffè, e rappresenta lo stato dell'arte della grafica e dell'impaginazione di un periodico: è semplicemente impossibile, infatti, pensare qualcosa di più razionale e armonico di IL, il magazine del borghesissimo Sole 24 Ore. Discorsi fanatici da fanatico quale sono dei giornali, lo so: ma prendete l'ultimo numero in edicola, osservate soltanto la copertina, composta unicamente da caratteri dosati, quasi fossero stati messi lì con le mani, e non disegnate su uno schermo lucido di un Mac. Una grazia declinata su diverse tonalità di grigio, di pieni e di vuoti, di griglie seducenti: la perfezione stilistica, appunto.

Il lenzuolo

Sembra anacronistico, oggi, ai tempi in cui le notizie ormai le leggiamo in bagno sugli schermi degli smartphone, ritrovare la bellezza proprio in edicola, eppure IL è l'esempio di come basti il Bello, per aprire il portafoglio, è l'iPhone dei giornali italiani, ma a un prezzo di un Nokia scassato. Roba da far passare in secondo piano i contenuti, i direttori, le firme: IL è un oggetto da esibire in salotto, in bella vista, prima ancora che da sfogliare. Oggi l'ho comprato, non aspettando come faccio sempre il sabato perché francamente Il Sole 24 Ore non rientra tra le mie letture quotidiane, e poi avevo paura terminasse in edicola visto il gran vociare che se ne faceva su Twitter (come se la gente che usa Twitter andasse ancora in edicola, già). E così, il secondo grande merito di IL (il primo è la Bellezza) è stato farmi portare a casa anche un quotidiano dalle dimensioni così esagerate, in tempi in cui tutti i quotidiani puntano a rosicare preziosi centimetri di carta, riducendo le dimensioni il più possibile per tagliare costi di stampa, visto che appunto, i giornali, stanno diventando 'anacronistici', e non se ne vendono più. E allora bisogna tagliare, tutto.
E viene da sorridere, a pensare che proprio nell'imponente dimensione da broadsheet, quindi segno tangibile di un tempo che fu e che mai più tornerà, per i quotidiani, riscontri il grande merito di IL, che questo mese tenta di sostenere l'utopistica tesi dei quotidiani più vivi che mai. Non c'è affatto contrasto, in fondo. Perché il formato da lenzuolo del Sole 24 Ore mi costringe, per leggerlo, a prendere una sedia, a sedermi al tavolo della cucina, con la luce fioca, a fare rumore mentre lo sfoglio, a muovermi non solo con gli occhi ma anche con la testa, il collo, il dito per tenere il segno, lungo quelle pagine di un giallo come non se ne fanno più. Tradotto in una sola parola: esperienza.

Esperienza d'uso, direbbe un Jobs de noantri, qualcosa che i giornali di oggi, che stanno appallottolati in borsa, che si fanno sempre più timidi, nel tentativo di mantenersi simpatici, pratici, accondiscendenti ai nostri tempi sempre più compressi, non sanno più regalarci. Qualcuno una volta, ora non ricordo chi, disse che il vero stile di un uomo si misurava da come reggeva il giornale mentre lo sfogliava seduto a un tavolino di un bar. Oggi non c'è nessuno stile, nessuna liturgia, nel leggere di sfuggita su giornali sempre più piccoli, ed anzi, il respiro dell'Esperienza (opposta, certo, ma comunque significativa) lo si ritrova facendo scorrere le dita sulla liscissima superficie di un vetro di un tablet. E quindi il futuro è come sempre scritto sui nostri polpastrelli: è il tatto, la vista, l'odore, la percezione, è sporcarsi le mani d'inchiostro o sporcare il vetro con le nostre impronte unte. Questo, è un quotidiano, un giornale, la parola scritta, e di fronte al vetro di un iPad, o al lenzuolo ingiallito di un giornale obbligati a leggerlo a un tavolo, provo quel senso di rispetto che oggi, le cose sospese a metà, non mi fanno più provare. E bastano soltanto due euro, per farmelo tornare in mente.

Buffet

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Più simpatico di uno scivolone della Regina Madre, più divertente di una rissa al pub. Thank you, Ciccsoft!
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Una lieta sorpresa dal paese delle zanzare e della nebbia fitta. Con Ciccsoft L'Italia riacquista un posto di primo piano nell'Europa dei Grandi.
(Frankfurter Zeitung)

Il nuovo che avanza nel mondo dei blog, nonostante noi non ci abbiamo mai capito nulla.
(La Repubblica)

Quando li abbiamo visti davanti al nostro portone in Via Solferino, capimmo subito che sarebbero andati lontano. Poi infatti sono entrati.
(Il Corriere della Sera)

L'abbiam capito subito che di sport non capiscono una borsa, anzi un borsone. Meno male che non gli abbiamo aperto la porta!
(La Gazzetta dello Sport)

Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
(Il Giornale)

Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
(La Nuova Ferrara)

Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

Cagnazz è il Mickey Mouse dell'era moderna e le tavole dei Neuroni, arte pura.
Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
(Diario)

Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
(Ciak)

Scandalo! Nemmeno Selvaggia Lucarelli ha osato tanto!
(Novella duemila)

Indovinello
Sarebbe pur'esso un bel sito
da tanti ragazzi scavato
parecchio ci avevan trovato
dei resti di un tempo passato.
(La Settimana Enigmistica)

Troppo lento all'accensione. Però poi merita. Maial se merita!
(Elaborare)

I fighetti del pc della nostra generazione. Ma si bruceranno presto come tutti gli altri. Oh yes!
(Rolling Stone)

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